La dislessia è una malattia multifattoriale dovuta in modo particolare a cause genetiche, biologiche e ambientali. In Italia, il 3% dei bambini in età scolare è dislessico, e la difficoltà a leggere in modo fluente si ripercuote sulle capacità e i tempi con cui si assimilano le nozioni causando problematiche anche relazionali e sociali.
La logopedia dà ai bambini gli strumenti per gestire la dislessia ed educare la capacità della lettura, ma da sola non basta a risolvere il disturbo. I ricercatori di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con la supervisione della dottoressa Deny Menghini e in collaborazione con il Laboratorio di Stimolazione Cerebrale della Fondazione Santa Lucia, hanno svolto una sperimentazione per testare l’efficacia della stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS) sui bambini dislessici.
La stimolazione elettrica, di intensità così bassa da essere impercettibile, si è dimostrata utile per risvegliare la plasticità di alcune aree del cervello assopite ed è usata per il trattamento di epilessia focale e depressione. Da qui, l’idea di sperimentarne l’uso anche per la dislessia.
I ricercatori hanno applicato due elettrodi sullo scalpo di 19 bambini e adolescenti di età compresa tra i 10 e i 17 anni, 20 minuti per 3 volte a settimana, per 6 settimane, e avviato una sperimentazione in doppio cieco: né i volontari né gli sperimentatori impegnati nella valutazione dei risultati sapevano chi aveva ricevuto il trattamento attivo e chi quello placebo. È emerso che i bambini e i ragazzi con effettiva tDCS hanno dimostrato un miglioramento del 60% nella velocità e accuratezza di lettura.
Perché la stimolazione transcranica a corrente diretta diventi una terapia a tutti gli effetti, è necessario testare la sua efficacia nel tempo, dunque per un periodo molto più esteso rispetto a 20 minuti per tre volte a settimana per circa due mesi, ma quello dimostrato è un risultato incoraggiante per bambini, ragazzi e genitori che convivono con la dislessia e le difficoltà correlate.
Infine, è necessario precisare che, qualora si dimostrasse efficace nel lungo periodo, la tDCS sarebbe una terapia compresente alla logopedia e non sostitutiva.
I risultato dello studio sono stati riportati in un articolo pubblicato sulla rivista Restorative, Neurology and Neuroscience e di cui si può leggere l’abstract su PubMed.