Nel 1992 l’ONU ha istituito la Giornata mondiale dell’acqua. Da allora, il 22 marzo di ogni anno tutto il mondo si ferma a riflettere sull’importanza dell’acqua, uno degli elementi indispensabili per la vita.
Oggi, la Giornata mondiale dell’acqua assume maggiore rilevanza, perché il 2013 è l’anno della cooperazione idrica: in un mondo in cui lo sperpero delle risorse naturali è un’abitudine quotidiana, l’accesso all’acqua potabile è un miraggio per circa l’85% della popolazione mondiale. C’è bisogno del contributo di tutti per salvaguardare questo bene prezioso e limitato.
Per evitare lo spreco d’acqua, anche noi possiamo e dobbiamo dare il nostro apporto, a cominciare dall’alimentazione.
La relazione tra cibo e spreco d’acqua è illustrata bene dalla Barilla Center for Food & Nutrition che ha realizzato una doppia piramide alimentare: accanto alla classica piramide alimentare, ne ha collocata una che rileva l’impatto ambientale dei singoli alimenti. Secondo questo modello, i cibi presenti nella dieta mediterranea sono quelli più amici dell’acqua. Significa che serve meno acqua per far nascere un pomodoro che per fare il formaggio. In termini tecnici, questa valutazione si chiama impronta idrica, uno dei parametri utilizzati per definire la sostenibilità ambientale che, purtroppo, non ha ancora raggiunto valori positivi.
Se è vero che i cibi della dieta mediterranea sono i più virtuosi in termini di tutela idrica, gli alimenti più grassi ed elaborati sono quelli che richiedono tante, troppe quantità d’acqua. E allora non è un caso che l’aumento del consumo di junk food sia legato anche all’emergenza idrica.
Un’alimentazione sana ed equilibrata è amica della salute e dell’ambiente. A partire da oggi facciamo uno sforzo: onoriamo la Giornata mondiale dell’acqua e scegliamo cibi salutari e amici delle risorse idriche.