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Trapianto di pelle: o dalla persona stessa o da un donatore

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Scritto da

Scripta Firenze Agenzia di comunicazione


Pubblicato il 16/09/2015

Modificato il 11/05/2010

Il trapianto di pelle prevede due forme: il trasferimento di tessuto cutaneo da un donatore a un ricevente (trapianto allogenico), o da una parte all'altra della stessa persona (trapianto autogeno).

 

Il trapianto autogeno è la soluzione migliore di fronte al danno di ampie zone della superficie cutanea come nel caso di gravi ustioni.

 

Il trapianto allogenico è adatto solo per la copertura a breve di estese alterazioni cutanee o di ferite difficili.  La pelle trapiantata è infatti rigettata, ma è stato dimostrato che provoca la secrezione di alcuni messaggeri chimici che facilitano la cicatrizzazione della ferita.

 

Al trapianto di pelle è collegato lo sviluppo di nuove tecnologie biologiche come l’ingegneria tissutale, che si adopera per coltivare in laboratorio delle cellule prelevate da un paziente per moltiplicarle e reimpiantargliele allo scopo di curargli le lesioni cutanee.

 

Come organo esposto, la pelle è a rischio di malattia e ferimento. Infezioni, micosi o tumori, oltre ad abrasioni e ustioni possono danneggiare la pelle in misura più o meno rilevante.

 

Le ustioni gravi possono impedire alla pelle di autorigenerarsi e quindi di difendere l’organismo dalle infezioni batteriche, virali e micotiche, oltre che dalla riduzione della temperatura corporea e dalla perdita di acqua e sali minerali. Per evitare tutto questo si devono coprire rapidamente le zone ustionate con un trapianto di pelle.

 

Le ulcere che non si rimarginano affliggono molte persone. Quelle più diffuse sono localizzate nelle gambe e nei piedi e sono per lo più dovute alla cattiva circolazione del sangue, che li raggiunge con difficoltà, oppure al diabete. Se le terapie sono inefficaci oggi il trapianto autogeno di pelle rappresenta un valido rimedio.

 

L’estetica. Il trapianto di pelle viene impiegato anche per risolvere problemi di natura estetica (cicatrici, macchie pigmentate, ecc.), che possono danneggiare notevolmente sul piano psicologico chi ne è colpito.



Fonti:

- Enciclopedia Giuridica - Ist. della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Ed. 2009 - Autori e riferimenti scientifici: vedi link
- Enciclopedia della Medicina Italiana - UTET - Ed. 2004 - Ideatore coordinatore scientifico Prof. Luciano Vella
- Nuova Enciclopedia Medica - Edizioni Garzanti Libri - Ed. 1987 - AA.VV.
- Trattato di Medicina Legale e Scienze Affini - Editore CEDAM - Ed. 2009 - Autori: Giusti Giusto





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