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Una gastroenterite l'anno per ogni italiano

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Oltre 250 i tipi di tossinfezioni esistenti

Una gastroenterite l'anno per ogni italiano Una gastroenterite l'anno per ogni italiano


Scritto da

AdnKronos Salute (Agenzia Giornalistica di Comunicazione)


Pubblicato il 17/06/2011

Modificato il 17/06/2011

Difficile calcolarne il numero per la difficoltà di registrare i casi che, soprattutto se lievi, a volte vengono risolti anche senza ricorrere al medico. E ogni anno ciascun italiano ha almeno un episodio di gastroenterite.

Le infezioni da cibo, in generale, sono oltre 250 tipi al mondo che si manifestano con differenti sintomi e sono causate da diversi agenti patogeni, soprattutto batteri, virus e parassiti che contaminano il cibo, come sta accadendo in queste ore per l'infezione da Escherichia coli, trasmessa attraverso i cetrioli, che in Germania ha ucciso già 11 persone.

 

"Una delle più pericolose - spiega Alfredo Caprioli, esperto di Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare dell'Istituto Superiore di Sanità - perché porta a forme cliniche molto gravi, mentre la maggior parte delle altre tossinfezioni si risolvono, se colpiscono una persona sana, con una diarrea, più o meno brutta".

Uno studio recente, in via di pubblicazione, del Dipartimento di sanità pubblica veterinaria dell'ISS, realizzata con interviste a domicilio sul tema delle gastroenteriti (la cui maggioranza è di origine alimentare) "dimostra che ogni abitante della Penisola - precisa l'esperto - ha un episodio l'anno e quasi il 40% chiede l'aiuto di un medico".

 

Un problema che ha anche una ricaduta economica notevole, considerando le giornate di lavoro e di scuola perse. Ma se il ceppo di Escherichia coli che sta spaventando la Germania e gli altri Paesi europei è uno degli agenti infettivi più temibili, i più diffusi in Europa sono invece Campilobacter jejuni (il cui serbatoio sono i polli) e le salmonellosi.

Seguono, a grande distanza, l'Escherichia coli (157:H7), Listeria monocytogenes, Yersinia enterocolitica oltre ai virus, più difficili da identificare. Microrganismi che si diffondono anche grazie all'aumento degli scambi commerciali, del ricorso alla ristorazione collettiva, di grandi allevamenti intensivi e di viaggi. Diversi i modi di contaminazione dei cibi.

 

Alcuni microrganismi sono presenti negli intestini di animali sani e vengono in contatto con le loro carni (trasmettendosi poi a chi le mangia) durante la macellazione. Frutta e verdura possono contaminarsi se lavate o irrigate con acqua contaminata da feci animali o umane. Fra gli altri, la salmonella può contaminare le uova dopo aver infettato il sistema ovarico delle galline. I batteri del genere vibrio, normalmente presenti nelle acque, vengono filtrati e concentrati dai frutti di mare, come ostriche e mitili, e quindi possono causare infezioni se gli alimenti vengono ingeriti crudi.

Le infezioni, inoltre, possono essere trasmesse al cibo, anche durante la fase di manipolazione e preparazione degli alimenti (è il caso del batterio Shigella, del virus dell'epatite A e di molti altri patogeni) sia per contatto con le mani che con gli strumenti della cucina, utilizzati ad esempio nella preparazione di diversi alimenti e non disinfettati a dovere. Anche un cibo cotto e quindi sicuro (la maggior parte dei microrganismi non resiste a temperature superiori ai 60-70 gradi) può contaminarsi per contatto con cibi crudi. Inoltre, grande importanza rivestono le condizioni in cui i cibi sono mantenuti durante le varie fasi di conservazione: la catena del freddo - se correttamente seguita- ad esempio, previene lo sviluppo e la moltiplicazione di alcuni microrganismi, che per essere tossici debbono essere molto numerosi.



Fonti:

Per Approfondire: Vedi ISS - Alfredo Caprioli





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