Il 10 maggio è la giornata mondiale contro il Lupus, una giornata ricca di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto sia importante sostenere la ricerca scientifica, indispensabile per trovare una cura a malattie difficili da debellare. Tra queste c’è appunto il Lupus, una malattia autoimmune che colpisce circa il 90% delle donne e di cui, ad oggi, non si conoscono le cause né le possibili cure.
Come accade per tutte le malattie autoimmuni, anche nel Lupus succede che il sistema immunitario va in tilt, e invece di colpire agenti dannosi per l’organismo, attacca gli organi sani, e a lungo andare l’infiammazione immediata che ne deriva può anche portare al decesso.
Ci sono varie tipologie di Lupus. Il più diffuso e conosciuto è il Lupus eritematoso sistemico, così detto perché il sistema immunitario produce anticorpi che attaccano il nucleo cellulare di diversi organi e apparati.
Lupus farmaco indotto è invece scatenato da una commistione di farmaci che provocano una risposta autoimmunitaria del sistema. Queste due tipologie di Lupus sono difficili da prevenire e riconoscere, perché non esistono sintomi visibili, e sono particolarmente pericolose perché attaccano anche organi vitali come cuore, reni e polmoni.
Il Lupus eritematoso discoide, invece, è immediatamente visibile perché si manifesta con eritemi e rossori diffusi su viso e cuoio capelluto.
Sebbene si sappia che il Lupus è una malattia autoimmune, non si conoscono le precise cause da cui nasce. Il fattore genetico, quindi ereditario, non basta a dare una spiegazione, anche perché non è detto che un bambino nato da una donna affetta da Lupus abbia ereditato la malattia.
Quel che è certo è che la ricerca ha bisogno di maggiori informazioni per poter curare questa grave malattia, e il 10 maggio è l’occasione adatta per pensarci e saperne di più.
Per maggiori approfondimenti sulle malattie autoimmuni, leggi gli editoriali di immunologia e reumatologia.
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