Nelle nostre vite le tastiere di computer e smartphone hanno preso il posto di carta e penna, eppure i legami con la scrittura a mano sono presenti in almeno due aspetti della scrittura su strumenti elettronici:
– l’aggettivo digitale, che oltre a riferirsi alla rappresentazione numerica dell’informazione ha a che fare prima di tutto con “dito”, dunque con l’uso delle dita per compiere l’azione di scrivere;
– le font handwriting, cioè quello stile del carattere scelto per scrivere sul web che richiama il corsivo scritto a mano e, immediatamente, trasmette una sensazione di famigliarità e calore.
A partire dal prossimo anno, nelle scuole finlandesi le lezioni di scrittura sul computer sostituiranno quelle di calligrafia e corsivo, a sopravvivere sarà solo la scrittura in stampatello. Una scelta che rappresenta un rischio per la crescita dei bambini, perché scrivere a mano aiuta lo sviluppo del cervello e consente la connessione di aree cerebrali altrimenti distanti tra loro.
Cosa accade al cervello quando scriviamo a mano?
Già nel semplice atto di impugnare una penna per scrivere su un foglio, si attivano stimoli nervosi provenienti dall’area di Broca, deputata al linguaggio, che danno l’input al movimento. A questo punto, la persona che sta per cominciare a scrivere avverte uno stimolo emozionale che mette in moto una serie di processi cerebrali preparatori all’atto della scrittura: il sistema limbico, legato alla reazione emotiva, comunica le sensazioni alle aree del linguaggio (Broca) e organizza il codice linguistico per esprimerle. Così facendo, il cervello scava nell’archivio lessicale per selezionale le parole giuste tra tutte quelle in memoria. Infine, la corteccia premotoria si attiva per scovare gli errori grammaticali, sintattici e formali.
Certo, scrivere su smartphone e computer non significa prescindere dal rispetto di grammatica e sintattica, ma l’azione tende a essere più veloce e immediata, meno meditativa rispetto a quando si scrive a mano. Tralasciare la scrittura a mano significa rischiare di tenere in allenamento solo una parte del cervello senza esprimerne tutte le potenzialità che, al contrario, emergono con la scrittura a mano.
Prendere appunti a mano facilita la memorizzazione delle informazioni, scrivere fa emergere un’espressione di sé altrimenti nascosta – non a caso la grafologia studia la scrittura a mano per capire la persona –, il cervello risponde a maggiori input già a partire dalla semplice pressione esercitata su una penna. E forse non è un caso che, dopo averlo messo da parte, ora la Apple stia pian piano tornando a considerare l’uso del pennino per scrivere a mano sugli schermi di tablet e smartphone, mentre Android propone un’App per scrivere a mano sugli iDevice.
D’altra parte, i neurologi e neuroscienziati lo affermano da tempo: scrivere a mano assicura lo sviluppo delle funzioni cerebrali, specie in età prescolare.