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Perché il cambiamento climatico fa male alla nostra salute?

Cambiamenti climatici e salute
Cambiamenti climatici e salute - iStockphoto.com






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La COP21 di Parigi, la ventunesima conferenza annuale delle parti, l’organo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha riportato in primo piano un tema cruciale per il benessere di tutti: il cambiamento climatico.

 

Sappiamo bene che a causa del surriscaldamento globale, dell’alta concentrazione di gas serra e di altri fenomeni fisici, la terra e gli esseri viventi che la popolano (animali e piante) rischiano di vivere sempre peggio se non di morire. Ma cosa succede a noi uomini? Perché il cambiamento climatico fa male alla nostra salute?

 

Per capire quanto il clima influisce sul nostro benessere, basta pensare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra il 2030 e il 2050, prevede che ci saranno circa 250mila morti all’anno. La maggiore frequenza di eventi climatici estremi causerà una più ampia diffusione di infezioni parassitarie, disturbi diarroici, patologie respiratorie e cardiovascolari.

 

A queste cause, si affianca la malnutrizione, una condizione che riguarderà sia le popolazioni orientali sia le occidentali: effetto della repentina desertificazione dei terreni agricoli troppo a lungo fruttati, e del numero crescente degli abitanti della terra che si stima a 9 miliardi entro il 2050.

 

Quali saranno i principali disturbi di salute?

 

Gli ultimi 3 decenni sono stati i più caldi dell’era moderna, e ciò ha comportato una profonda metamorfosi dei processi biofisici e ambientali che alterano la salubrità di acqua e cibo e favoriscono la diffusione di vettori e infezioni tipiche delle aree tropicali. In presenza di queste condizioni, saranno frequenti le malattie respiratorie, come l’asma, e quelle cardiovascolari.

 

Sono a rischio di salute soprattutto le fasce deboli della popolazione, bambini e anziani, e non a caso: cresce l’asma infantile, e nell’estate del 2003, una delle più calde, si sono contati 70mila decessi in più rispetto al passato.

 

Secondo le previsioni dell’Oms, tra il 2030 e 2050, la diffusione delle temperature tropicali provocherà 38mila morti in più per i colpi di calore tra gli anziani, 48mila per diarrea e 60mila per malaria, grazie all’habitat favorevole alla circolazione delle zanzare portatrici dei patogeni.

 

Cosa possiamo fare?

 

Per contrastare gli effetti negativi del cambiamento climatico sulla salute i governi dei paesi di tutto il mondo stanno adottando misure restrittive sull’estrazione e l’uso delle materie prime non rinnovabili, e già da anni promuovono iniziative mirate per ridurre la concentrazione di polveri sottili nelle città in particolari periodi dell’anno. Ma questo non basta.

 

Come singoli individui possiamo adottare uno stile di vita più attento alle scelte in ogni ambito, a partire da quello alimentare: portare a tavola frutta e verdura di stagione, per esempio, significa essere rispettosi dei cicli dell’ambiente e non esercitare pressioni sui terreni perché diano frutti diversi da quelli previsti per natura.

 

Fonti e approfondimento: ansa.it, Il sole 24 ore salute


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