700mila morti all’anno, 10milioni di morti entro il 2050. Sono i numeri delle possibili vittime della resistenza agli antibiotici prospettati nell’ultimo rapporto rilasciato nel Regno Unito e dal Wellcome Trust, l’ente che analizza le pesanti ricadute anche in termini di costi sanitari del fenomeno dei superbatteri resistenti agli antibiotici.
Dalla Cina agli Stati Uniti: il superbatterio che preoccupa il mondo
Nel novembre 2015, in Cina è stato individuato un batterio capace di resistere agli antibiotici, compresa la colistina finora usato come ultimo tentativo per debellare un batterio. Si pensava fosse un caso isolato e dunque non preoccupante, fino a che la presenza dello stesso batterio non si è registrata nelle urine di una donna statunitense. Il superbatterio in questione è l’Escherichia Coli con Merc-1, un gene mutato che non è parte del cromosoma batterico e che desta preoccupazione perché può viaggiare da un batterio all’altro anche in modo silente. Nel caso della donna americana, per esempio, è stato scoperto per caso, nelle urine, in modalità silente ma potenzialmente pericolosa.
Quali sono le cause dell’antibiotico resistenza e dei superbatteri?
Quello dell’antibiotico resistenza è un tema attuale ma non nuovo per la Sanità pubblica: ad aprile 2015, per esempio, il Ministro Lorenzin è intervenuta per fare il punto sulla farmacovigilanza necessaria per contrastare la resistenza dei batteri agli antibiotici. La situazione continua a mostrarsi suscettibile e in evoluzione negativa perché si affrontano in modo poco efficace le cause che facilitano la mutazione batterica fino a renderli imbattibili dai farmaci ora a disposizione. Le principali cause dell’antibiotico resistenza sono 3:
- Abuso di antibiotici. I medici di famiglia tendono a prescrivere antibiotici anche per trattare un’infiammazione o un disturbo che potrebbe essere affrontato diversamente. D’altra parte, i pazienti spesso interrompono la terapia antibiotica ai primi segnali di miglioramento o, al contrario, ne prolungano l’assunzione. Il risultato è una somministrazione con tempi e modi sbagliati che sviluppa una progressiva resistenza dei batteri agli antibiotici fino a renderli inutili.
- Mancanza di un protocollo comune di condotta. Negli ospedali i pazienti entrano in contatto con diversi ceppi di batteri e già al loro ingresso in reparto potrebbero sia essere portatori di batteri pericolosi per gli altri sia essere contagiati. In entrambi i casi, la presenza di un comune protocollo di monitoraggio negli ospedali Europei, e non solo, garantirebbe la prevenzione di infezioni batteriche a livello globale.
- Uso di antibiotici negli allevamenti intensivi e in agricoltura. In ogni momento della giornata possiamo entrare in contatto con gli antibiotici, anche indirettamente, mangiando carne e verdura trattata con antibiotici. Nel tempo, il nostro organismo diventa resistente a numerosi antibiotici.
Come contrastare l’antibiotico resistenza?
Per impedire la nascita di nuovi superbatteri resistenti agli antibiotici c’è bisogno di educare medici e pazienti alla prescrizione assennata dei farmaci e alla loro corretta assunzione:
– Ricorrere a strumenti diagnostici che facilitano l’individuazione delle infezioni e dei ceppi batterici in tempi brevi: per esempio, il tampone orale per conoscere la natura del mal di gola.
– Non abbandonare i trattamenti farmacologici prima del tempo indicato dal medico.
– Prevenire le infezioni con i vaccini contro le infezioni batteriche e virali: per esempio quelli contro le meningiti.
– Curare l’igiene: lavare le mani più volte al giorno, con acqua e sapone, evita circa il 70% di proliferazione dei batteri responsabili di infezioni e malattie comuni, come raffreddore, febbre, mal di gola.
– Evitare di disinfettare continuamente gli ambienti.
L’applicazione di questa prassi aiuta a prevenire l’antibiotico resistenza e la nascita di superbatteri, e anche a salvaguardare i microrganismi buoni naturalmente presenti nel nostro organismo.