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A cosa serve la mastectomia?

Mastectomia
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A cura di: Ufficio Stampa Sorgente Genetica

 

In alcuni casi molto gravi di cancro al seno, la soluzione per eliminare il tumore è la mastectomia. Si tratta di un intervento chirurgico nel quale si asporta la mammella. L’asportazione può essere totale o parziale e può avvenire su un solo seno o su entrambi. In quest’ultimo caso, si parla di doppia mastectomia.

 

Talvolta si usa la mastectomia anche come strategia preventiva. Le donne portatrici di alcune mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 (BReast CAncer genes) hanno un rischio maggiore di sviluppare un cancro al seno. Alcune di queste mutazioni sono legate a forme precoci e molto aggressive del tumore, più difficili da prevenire e affrontare1. Per evitare l’insorgere della malattia è possibile procedere con l’asportazione delle mammelle. In questi casi si parla di mastectomia preventiva.

 

Le mutazioni dei geni BRCA sono legate a un maggiore rischio di tumore al seno e all’ovaio, ma non solo. Possono provocare anche cancro a tube, prostata e melanoma1. Si calcola che circa 1-5 donne su 10.000 siano portatrici di una forma mutata di questi geni, almeno secondo le stime della banca dati Orphanet sulle malattie genetiche2. Le donne portatrici delle mutazioni hanno il 50-80% di possibilità in più di ammalarsi di cancro al seno, contro il 12-13% di chi non presenta le mutazioni1.

 

Il numero di donne statunitensi che ha fatto ricorso alla mastectomia preventiva è triplicato negli ultimi dieci anni. Dato il fenomeno in crescita, il National Comprehensive Cancer Network (NCCN) ha elaborato nuove indicazioni e linee guida a riguardo. L’organismo pubblico ha messo in evidenza quanto sia importante che la mastectomia sia una scelta consapevole e importante. Si tratta infatti di un intervento importante sotto l’aspetto fisico e psicologico, che richiede quindi che siano tracciati confini ben precisi1.

 

Ogni donna deve scegliere in maniera libera e individuale se sottoporsi all’operazione. È inoltre importante che si consulti con una équipe di medici composta da senologo, chirurgo plastico e genetista. I medici studieranno in maniera approfondita il grado di familiarità con il cancro al seno, oltre che le caratteristiche specifiche della donna1.

 

La presenza delle mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 non è sinonimo di mastectomia preventiva. Salvo casi molto gravi, si consiglia di ricorrere piuttosto a uno screening costante per individuare eventuali sintomi precoci. I medici consigliano di eseguire ogni anno a partire dai 30 anni ecografie, mammografie e risonanze magnetiche. È possibile valutare l’uso di farmaci antiestrogeni, che però possono avere effetti collaterali. Nei casi più gravi si può ricorrere all’asportazione delle ovaie, ma solo nelle donne più avanti con gli anni.

 

Affinché lo screening sia efficace, questo andrebbe combinato con altre strategie di prevenzione del tumore. I medici concordano sui benefici apportati il più delle volte da un cambiamento nello stile di vita. Alimentazione corretta, attività fisica e abitudini sane sono fattori che riducono il rischio di tumore1.

 

La mastectomia preventiva è una soluzione drastica, a volte inevitabile ma non sempre definitiva. Nelle donne portatrici di alcune mutazioni BRCA, rimane comunque un rischio di cancro al seno che si aggira intorno al 5%1. Addirittura, in caso di mastectomia controlaterale il rischio si aggira tra il 2% e l’8%. L’operazione consiste nella rimozione del seno sano dopo che l’altro è stato colpito da una neoplasia. In questo modo si dovrebbe ridurre la probabilità che il tumore si estenda anche all’altro seno3.

 

Dopo la mastectomia, i medici consigliano si ricorrere a un intervento di ricostruzione mammaria, là dove possibile. A seconda dei casi, è possibile effettuare l’intervento insieme alla mastectomia o in un secondo momento. Anche le modalità cambiano da paziente a paziente. Sono infatti disponibili:

  • protesi definitive;
  • protesi provvisorie;
  • tessuti muscolari o cutanei della paziente4.

 

Tutti questi casi implicano una serie di possibili effetti collaterali, che vanno dal rigetto della protesi alla contrattura. Qualora si usino i tessuti muscolari, si può verificare un indebolimento della parete addominale anteriore o una deviazione dell’ombelico4.

 

In caso di possibile familiarità con il cancro al seno e alle ovaie, sono disponibili specifici test genetici per individuare eventuali mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2. Tra questi c’è il test Sorgente BRCA, che parte da un singolo campione di sangue per analizzare tutta la sequenza genetica. In questo modo è possibile rilevare le mutazioni e predisporre la giusta strategia preventiva.

 

Per maggiori informazioni sui test genetici per il tumore al seno e il tumore alle ovaie: www.brcasorgente.it

 

Fonti:

  1. Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro – www.airc.it
  2. Orphanet
  3. Fondazione Umberto Veronesi – www.fondazioneveronesi.it
  4. La ricostruzione mammaria – IEO Booklet 30 – www.ieo.it

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