Entro il 2013 un ventenne romano avrà l’onore di sperimentare la prima mano bionica che restituisce il tatto, non solo il movimento. È quanto si prefigge il team di scienziati svizzeri diretti da Silvestro Micera dell’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna.
Finora le protesi hanno restituito il movimento degli arti grazie alla capacità di interpretare i comandi trasmessi dal cervello. La nuova mano bionica vuole donare anche il senso del tatto a chi lo ha perso, e sarà possibile farlo attraverso l’applicazione di elettrodi intelligenti che si collegano direttamente al sistema nervoso. “Un reale progresso, una vera speranza per gli amputati. Sarà la prima protesi in grado di fornire in tempo reale un feedback sensoriale”, ha spiegato Micera.
Con la mano bionica di ultima generazione le estremità di ogni singolo dito ritroveranno la capacità sensoriale, e in tempo reale la persona amputata tornerà a usare la mano e a percepire le sensazioni tattili.
L’applicazione della nuova mano bionica necessita di un periodo di sperimentazione, circa un mese, per capire come e quanto la persona riesce a tollerare la protesi, e quali sono gli eventuali punti deboli su cui lavorare.
Entro il 2013 un ragazzo romano indosserà per la prima volta la mano bionica che restituisce il tatto, aspettiamo quel momento per conoscere le sue opinioni e perché no, anche la sua emozione per il senso ritrovato.