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Gli italiani consumano sempre più farmaci, e alcuni sono introvabili








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In questi giorni, l’Istituto Superiore di Sanità è impegnato in un convegno dal titolo “Il consumo dei farmaci in Italia dal 2000 a oggi, tra sostenibilità e innovazione possibile”. Quello che emerge è un dato se non preoccupante di certo da non sottovalutare: in Italia è aumentato in maniera costante il consumo dei farmaci.

Si parla di una crescita da 600 dosi per mille abitanti a 1000 dosi per 1000 abitanti, e mentre il ricorso ai Fans – antinfiammatori e antibiotici – resta tutto sommato invariato, è cresciuta la spesa per i farmaci usati nella terapia del dolore, quelli per l’osteoporosi e gli antidepressivi.
Dal 2005 al 2012 la spesa farmaceutica è cresciuta del 33%, ed è plausibile ipotizzare una correlazione tra maggiore richiesta di antidepressivi e crisi economica.

Le notizie dal mondo farmaceutico, però, non finiscono qui perché, mentre da una parte gli italiani consumano sempre più farmaci, dall’altra alcuni medicinali sono diventati introvabili nelle farmacie d’Italia. È il caso dei farmaci antitrombotici e salvavita. Alcuni medicinali non hanno una distribuzione capillare sul territorio, altri sono centellinati dalla case farmaceutiche e, altri ancora – la maggior parte – sono destinati ai Paesi del Nord Europa.
Accade così che, l’Aifa garantisce un prezzo contenuto ai farmaci in Italia, ma da qui i medicinali vengono spediti ad altri Stati in cui quegli stessi prodotti costano di più. Si tratta del fenomeno del parallel trade, il mercato parallelo dei farmaci regolamentato per Legge dalla normativa Europea sul libero scambio. Una delle soluzioni possibili potrebbe essere uniformare i prezzi negli Stati membri, ma è più facile a dirsi che a farsi.

L’Aifa, l’Istituto Superiore della Sanità, il Ministero della Salute e tutti gli organi preposti, hanno davanti una grande sfida: assicurare le cure a tutti coloro che ne hanno bisogno, e questo passa anche attraverso un’adeguata distribuzione dei farmaci ed una corretta educazione al loro utilizzo.
Fonti: Ansa e Corriere.it


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