La Giornata Mondiale contro l’AIDS oggi compie 16 anni. È stata istituita nel 1988 durante il summit mondiale dei ministri della sanità sui programmi per la prevenzione dell’AIDS, una malattia che ha ucciso oltre 25 milioni di persone dal 1981 e che continua a mietere vittime.
HIV e AIDS: facciamo chiarezza
Nonostante sia una tra le più grandi epidemie nella storia dell’umanità, ancora oggi c’è chi fa confusione tra HIV e AIDS pensando che si tratti di sinonimi e termini interscambiabili. Non è così. L’HIV è il virus dell’immunodeficienza umana e, precisamente, è un retrovirus che provoca infezioni croniche dallo sviluppo lento ma inesorabile. L’HIV è il retrovirus responsabile dell’AIDS.
L’AIDS, o sindrome dell’immunodeficienza acquisita, rappresenta lo stadio finale dell’infezione da HIV e può manifestarsi anche dopo molti anni dal contrarsi dell’infezione.
Ad oggi ci sono alcuni farmaci capaci di stabilizzare e cronicizzare l’HIV senza debellarlo, e questo è pericoloso per almeno due motivi: si è abbassata la guardia sulla malattia tanto che se ne parla sempre meno; l’AIDS resta incurabile.
La situazione in Italia
L’Italia è il paese dell’Europa Occidentale con il più alto numero di persone affette da HIV, ne muoiono circa 1.000 ogni anno. Per questo oggi, nella Giornata Mondiale dell’AIDS, si intensifica il senso dello slogan scelto per la campagna di informazione: Fermiamo l’AIDS sul nascere.
#VirusFreeDay e #1share1condom: i social sensibilizzano sull’AIDS
Ancora una volta i social network sono il mezzo più immediato e capillare per diffondere la necessità dell’informazione per prevenire l’HIV e l’AIDS.
#VirusFreeDay e #1share1condom sono gli hashtag da seguire su Twitter per conoscere le iniziative promosse in questa giornata contro l’AIDS e per dare un segnale concreto, a livello globale, sulla necessità di parlare e fare prevenzione. #VirusFreeDay è un chiaro monito a liberare il mondo dall’AIDS.
La trasmissione dell’HIV è prevalentemente sessuale, è dunque indispensabile usare il condom per scongiurare il rischio di contrarre il virus e altre malattie sessualmente trasmissibili. Da qui nasce #1share1condom, l’hashtag con il quale diffondere la necessità del sesso protetto: oggi basta un Tweet per donare un preservativo alla Croce Rossa che opera in Africa e nelle zone del mondo più colpite dall’AIDS.