Secondo il rapporto mondiale dell’Alzheimer 2015, nel 2018 il costo globale della demenza raggiungerà i mille miliardi di dollari, e stando ai dati della Federazione Alzheimer Italia la quota complessiva dei malati sarà di circa 74,7 milioni.
I numeri della malattia parlano chiaro: l’Alzheimer è una malattia che nel tempo ha assunto le caratteristiche di una vera e propria epidemia. Ogni anno si registrano 10 nuovi casi di demenza di cui la metà da ricondurre all’Alzheimer. È una situazione che richiama l’attenzione delle associazioni e degli organi sanitari preposti alla prevenzione, diagnosi e gestione della malattia, poiché di cura non si può ancora parlare.
Oltre l’aspetto umano e fisiologico che comporta una patologia neurodegenerativa come l’Alzheimer, bisogna considerare anche il costo familiare e sociale. L’obiettivo mondiale è dunque quello di avviare azioni mirate per rendere disponibile a un più ampio numero di persone l’accesso alle strumentazioni che consentono di effettuare una diagnosi tempestiva, di avere un efficace supporto post-diagnostico e assistenziale.
In Italia, oggi le persone con demenza sono 1.241.000 e diventeranno 1.609.000 nel 2030 e 2.272.000 nel 2050. Dati preoccupanti ma inferiori a quelli di altri paesi: l’Asia è il continente più colpito dall’Alzheimer dove si contano, ad oggi, quasi 23 milioni di persone con demenza, seguono l’Europa con 10,5 milioni, l’America con 9,4 milioni e l’Africa con 4 milioni di malati di demenza neurodegenerativa.
Lo scorso marzo, la Conferenza dei Ministri della Sanità indetta dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha promosso una call to action, un invito all’azione per tradurre in fatti a livello globale un programma di iniziative mirate alla gestione del problema, prima che la mappa dell’Alzheimer si espanda fino a comprendere cifre ancora più grandi di quelle attuali.
Per maggiori dettagli sui numeri e i costi della demenza in generale e dell’Alzheimer in particolare nel mondo, consulta il Rapporto mondiale Alzheimer 2015.