Articolo aggiornato il 31 agosto 2017 con il contributo dell’andrologo e urologo Dott. Andrea Militello.
L’andropausa si potrebbe definire, approssimativamente, il corrispondente maschile della menopausa. In realtà, i sintomi dell’andropausa e le modalità in cui si manifesta differenziano in modo sostanziale il mutamento ormonale tra uomo e donna: la menopausa è una sindrome clinica che interessa tutte le donne a partire dai 50 anni di età, eccetto situazioni particolari come la menopausa precoce; l’andropausa può restare prerogativa di alcuni uomini ed essere totalmente sconosciuta ad altri tanto che, secondo gli studiosi, solo il 10% della popolazione maschile soffrirebbe di andropausa. E ancora: la menopausa è un periodo ben definito e riconoscibile che comincia dall’ultimo ciclo mestruale e prosegue per il resto della vita della donna; l’andropausa, invece, non ha un vero e proprio punto d’inizio, bensì un costante e progressivo mutamento della secrezione e dell’azione degli ormoni maschili.
Sintomi dell’andropausa ed effetti sull’uomo
A partire dai 25-30 anni di età, la sintesi di testosterone comincia a calare dell’1-2% annuo fino a diminuire ulteriormente verso i 70-80 anni. Questo, però, è vero solo in linea di massima: oltre al fisiologico calo di secrezione di testosterone, l’andropausa può essere determinata anche da alimentazione sbagliata, tabagismo, abuso di alcol, sedentarietà, perciò un ragazzo di 40 anni che conduce uno stile di vita poco sano potrebbe soffrire l’andropausa a differenza di un 60enne attento al suo benessere.
Possiamo dunque affermare che non esiste un’età precisa in cui inizia l’andropausa e che non tutti gli uomini ne soffrono, ma di certo con l’avanzare degli anni diminuiscono le principali funzioni dei testicoli, ossia secernere testosterone e produrre spermatozoi.
Tra i sintomi dell’andropausa i più riconoscibili sono il calo della libido e la disfunzione erettile, due effetti direttamente legati al mutamento dei testicoli. A ciò si associa il prolungarsi del cosiddetto periodo refrattario, cioè il tempo che intercorre tra un’erezione e l’altra. Oltre all’aspetto prettamente sessuale, con l’andropausa cambia anche il fisico: l’uomo tende alla ginecomastia e a ingrassare su cosce e pancia, in più si affatica presto e mal sopporta il nervosismo. L’insieme di questi disturbi determina, a volte, la comparsa di veri e propri stati depressivi. Spesso coesistono anche problemi dell’apparato urinario legati ad ingrossamento della prostata per la carenza di testosterone e l’aumento degli estrogeni, che si manifestano essenzialmente con difficoltà urinaria e alzate notturne.
Diagnosi e terapia dell’andropausa
La diagnosi dell’andropausa si avvale di esami di laboratorio e dosaggi ormonali. Gli ormoni da dosare sono: testosterone, prolattina, LH, omocisteina, vitamina D DHEA. Sarà utile anche uno studio metabolico atto a monitorizzare la glicemia e l’assetto lipidico onde escludere la presenza di una sindrome metabolica.
Nei casi conclamati e documentati dai dosaggi ormonali, la terapia si avvale dell’uso di testosterone “sostitutivo” sotto forma di gel o iniezioni. È sempre bene escludere la presenza di un focolaio neoplastico della ghiandola prostatica prima di procedere alla terapia.
Esistono oggi anche prodotti naturali in grado di amplificare l’azione del testosterone endogeno.
Appare quindi chiaro quanto sia fondamentale affidarsi alle indicazioni di uno specialista. E ricordate: l’uomo dovrebbe rivolgersi all’andrologo sin dalla pubertà, ben prima che si manifestino i sintomi dell’andropausa.
Ottimo articolo. Grazie
Complimenti, finalmente in maniera chiara e comprensiva ho capito cos’è l’andropausa. Complimenti al medico e alla redazione per l’ottimo servizio.