Il virus dell’HIV, responsabile dell’immunodeficienza acquisita più nota come AIDS, continua a mietere vittime: circa 37 milioni nel mondo, e la maggior parte si concentra nell’Africa subsahariana.
Il modo più efficace per proteggersi dall’HIV e da altre malattie sessualmente trasmissibili è usare il preservativo, una precauzione semplice, sicura ed economica eppure non diffusa in modo capillare, specie in determinati paesi come quelli Africani. L’alternativa al profilattico maschile e al preservativo femminile, che ha riscontrato un generale scarso successo per la difficoltà di utilizzo, è l’anello vaginale medicato contro l’HIV.
Questo particolare anello vaginale di silicone è impregnato di dapivirina, un farmaco capace di bloccare il virus dell’HIV impedendone la moltiplicazione nelle cellule umane. Le donne devono indossare l’anello anti HIV per 30 giorni e poi sostituirlo con un nuovo dispositivo medico. Oltre alla comodità di utilizzo, l’altro vantaggio di questo anello vaginale è il costo accessibile a tutti: solo 5 dollari.
Due studi scientifici dimostrano l’efficacia e i punti di forza della nuova protezione contro l’AIDS. Il primo, denominato ASPIRE e pubblicato sul New England Journal, dimostra che l’anello vaginale con dapivirina riduce il rischio di infezione da HIV del 27% nelle donne fino ai 25 anni e di ben il 61% nelle donne con età maggiore; il secondo studio, The ring study, sottolinea che l’anello anti HIV riduce del 31% il rischio di infezione nelle donne con età maggiore ai 21 anni.
Si tratta di dati che necessitano di ulteriori approfondimenti, anche in merito alle abitudini sessuali e allo stile di vita di ogni singola donna ma che, anche considerati in maniera generica, rappresentano una concreta speranza di prevenzione alla portata di migliaia di donne in un paese difficile come quello africano. È ciò che sostiene Jared Baeten dell’University of Washington a Seattle, coordinatrice degli studi sull’anello vaginale anti HIV: “Speriamo di aver trovato un sistema per proteggere davvero le donne dall’Aids. Ma mi sento di affermare che sono davvero ottimista per il futuro”.
Per saperne di più sulla malattia, leggi i nostri approfondimenti sull’HIV.