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L’aria viziata rende poco produttivo il lavoro in ufficio

Aria viziata in ufficio
Aria viziata in ufficio - iStockphoto.com






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La fine delle feste di Natale coincide con il ritorno alla routine lavorativa che, per molti, significa trascorrere 8 ore al giorno in ufficio. Tutto bene, se non che allo stress da lavoro si aggiunge un nuovo rischio per la salute e la produttività: l’aria viziata dell’ufficio riduce la produttività.

 

Uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives dimostra che gli stessi lavoratori hanno una minore resa produttiva se lavorano in ufficio con l’aria viziata invece che in un ambiente chiuso ma con un continuo ricambio d’aria.

 

Lo studio condotto da un team di ricercatori americani ha analizzato le performance professionali di 24 dipendenti esposti a diverse condizioni di lavoro, sia in presenza di molto ossigeno, quindi di elevata ventilazione e ricambio d’aria, sia in presenza di molta anidride carbonica, dunque in un ambiente con aria viziata e poco ventilato. Nel primo caso, i lavoratori hanno svolto le proprie normali mansioni in tempi rapidi e con una risposta pronta alle diverse situazioni che richiedevano anche capacità di problem solving; nel secondo caso, i dipendenti si sono mostrati più lenti e distratti.

 

I rischi per la salute e la produttività quando manca il ricambio dell’aria

 

Sostare per ore in un luogo chiuso può essere rischioso in inverno, quando raffreddore, sintomi dell’influenza e altri malanni di stagione sono diffusi. I germi responsabili dei disturbi di salute tipicamente invernali proliferano negli ambienti chiusi, specie in quelli in cui ci sono molte persone tra cui alcune malate. L’ufficio è il posto perfetto per il contagio: è un posto chiuso, ci sono molte persone e l’aria è viziata.

 

La legge italiana impone il limite di 1.500 parti per milione di anidride carbonica nei luoghi chiusi non domestici, ma l’aria viziata è quasi una prassi negli uffici italiani. È una condizione responsabile di diffusi problemi alle vie aeree e che limita le capacità cognitive dei dipendenti.
Usare i condizionatori in estate per rinfrescare l’aria e in inverno per riscaldarla è un’abitudine che alla lunga, oltre che alla salute, può ledere anche alla produttività.

 

Un’alta concentrazione di anidride carbonica nell’aria riduce le capacità cognitive e si ripercuote anche sulla qualità del lavoro. Per rimediare basterebbe davvero poco: aprire spesso la finestra per fare entrare nell’ufficio aria fresca e sana.


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