La primavera è arrivata, le ore di luce sono aumentate e cresce la voglia di uscire di casa, incontrare gli amici al parco e fare tante passeggiate. Eppure c’è un pericolo in agguato: l’astenia primaverile. Astenia vuol dire letteralmente mancanza di forze, ed è una condizione che si verifica ogni anno al passaggio dall’inverno alla primavera.
Altro che vitalità e risveglio! Per un numero crescente di persone, la primavera è una stagione da incubo: tra allergie e debolezza, la rinascita dal buio invernale tarda a manifestarsi.
Cosa accade al nostro corpo a primavera, e perché abbiamo così tanto bisogno di dormire? L’organismo segue dei precisi ritmi biologici, tanto che basta una notte insonne o un consistente fuso orario per metterci sottosopra. A questo, si aggiunge il ritmo circannuale, cioè il cambio di stagione.
Se da una parte la primavera è il tempo della rinascita, dall’altra succhia troppe energie all’improvviso. Fino a ieri eravamo abituati a stare in casa e ad andare a letto sempre alla stessa ora, oggi le cose cominciano a cambiare. Il metabolismo accelera, gli ormoni si riaccendono e l’energia si scarica prima che la giornata sia finita.
Per contrastare l’astenia primaverile e godere delle belle giornate, un grande sostegno arriva dall’alimentazione. Magnesio, zinco, ferro, fibre, yogurt, frutta, verdura sono elementi obbligatori nella dieta primaverile. Gustiamo il pranzo di Pasqua ricco di leccornie e dolci della tradizione, senza esagerare, ma dopo il lunedì dell’Angelo cambiamo le abitudini a tavola. Frittura, cibi grassi ed elaborati possiamo rimandarli al prossimo inverno, ora è tempo di leggerezza ed energia.
E se Aprile dolce dormire sembra un dato di fatto, contrastiamolo: al primo sbadiglio postprandiale indossiamo le scarpe da ginnastica e facciamo jogging, e se proprio il corpo non vuole saperne di muoversi, concediamoci un riposino ristoratore, ma che sia breve. Più si dorme più aumenta la stanchezza.
Se l’astenia primaverile dura più di qualche settimana, è necessario rivolgersi a un medico perché potrebbe essere il sintomo di un disturbo più importante.