In Italia sono circa 40mila i bambini che nascono pretermine, cioè prima della 37a settimana di gestazione. Essere prematuri non è una malattia ma una condizione dovuta a molteplici fattori: stile di vita e salute della mamma, situazione ostetrica relativa al numero di gravidanze, cause fetali.
Negli anni ’70, la mortalità tra i neonati con peso inferiore a 1500 grammi era pari al 70% e la percentuale è scesa al 15% negli anni 2000: un dato positivo incoraggiante che può essere ancora migliorato.
A dirlo è la SIN – Società Italiana di Neonatologia – che in occasione della Giornata mondiale dei bambini nati pretermine fa il punto su ciò che si fa e quel che bisogna attuare per assicurare la sopravvivenza e la salute dei nati prematuri.
Golden hour e follow-up
La prima ora di vita di un pretermine è detta golden hour: il modo in cui si dà assistenza al neonato in questo breve arco di tempo rappresenta un imprinting sul futuro sviluppo e la salute del bambino. È necessario creare le condizioni ottimali per consentire al neonato di continuare lo sviluppo interrotto prematuramente: culla preriscaldata, ossigeno, ambiente sterile e alimentazione con latte materno. A questo si affianca l’assistenza che comprende rianimazione cardiorespiratoria, termoregolazione, antibioticoterapia precoce, nutrizione parenterale.
L’espressione follow-up si riferisce al monitoraggio medico del periodo immediatamente successivo alla dimissione dall’ospedale. Gli specialisti della SIN raccomandano di sottoporre a controllo medico il neonato a partire dalla 40a settimana effettiva, cioè quella in cui il bambino sarebbe dovuto effettivamente nascere, e poi tra i 2 e 3 mesi, tra i 6 e gli 8 mesi, tra i 12 e i 14 mesi, tra i 18 e i 24 mesi e infine a 36 mesi.
Nascite pretermine: scegliere ospedale e medici con attenzione
La Società Italiana di Neonatologia consiglia ai futuri genitori di scegliere l’ospedale in cui partorire valutando la presenza di personale medico specializzato in nascite premature, di attrezzature capaci di assistere il neonato in modo ottimale, e di affidarsi a medici disponibili, competenti e attenti a non dare rassicurazioni su condizioni che non si possono prevedere. Ad esempio, un medico non può esprimersi con assoluta certezza sulla salute e lo sviluppo futuri del neonato, ma può e deve agire per dare al bambino e ai genitori la migliore assistenza possibile.