Belenofobia significa avere paura degli aghi. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, a temere gli aghi sono tanto i bambini quanto gli adulti. Gli oggetti appuntiti possono evocare una situazione di minaccia e pericolo davanti alla quale si reagisce con la paura. A volte, però, l’uso degli aghi è indispensabile. Pensiamo, per esempio, alle siringhe in ambito medico: che sia per un’analisi del sangue o per un’operazione chirurgica più complessa, l’ago della siringa è il più delle volte insostituibile.
In questo contesto, come si deve comportare chi soffre di belenofobia? La prima cosa da fare è avvertire il personale medico della propria paura, questo non servirà a evitare l’ago ma di certo l’infermiere o il dottore di turno avrà un atteggiamento più delicato e comprensivo e, soprattutto, saprà qual è la causa di una eventuale perdita di controllo da parte del paziente. Forse ciò che infastidisce chi teme gli aghi è la vista dell’ago stesso: in tal caso, si può provare a volgere lo sguardo altrove e pensare ad altro.
Se la belenofobia è talmente forte da non riuscire ad affrontarla razionalmente, si può ricorrere alle creme topiche anestetizzanti o a un sedativo leggero: se si sceglie questa soluzione, è d’obbligo avvertire il personale medico perché la presenza di un farmaco sulla zona del prelievo potrebbe compromettere l’analisi.
Anche la tisana alla malva, al biancospino o la semplice camomilla possono servire a distendere i nervi, placare l’agitazione e diffondere una tranquillità che permette di gestire la belenofobia quando serve.
Infine, se la fobia degli aghi rende difficile la quotidianità – paura di spilli, stuzzicadenti, coltelli a punta – un percorso psicoterapeutico aiuta a capire la causa della belenofobia e, di conseguenza, a trovare la cura adeguata.
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Dott. Vincenzo Policreti
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