La Food and Drug Administration ha approvato la commercializzazione di BrainPort V100, un dispositivo hi-tech che permetterà ai ciechi di vedere attraverso le stimolazioni nervose ricevute sulla lingua.
Il BrainPort V100 è destinato a entrare a pieno titolo tra i più innovativi wearable health device, cioè quei dispositivi da indossare per monitorare le proprie condizioni di salute o svolgere attività che sarebbero molto limitate o impossibili altrimenti. È il caso di BrainPort V100, un apparecchio creato da Wibac per permettere alle persone cieche di vedere attraverso la lingua.
Com’è fatto BrainPort V100?
L’apparecchio è costituito da tre elementi: un paio di occhiali da sole provvisti di microtelecamera, un sensore da inserire in bocca e un’unità di controllo che ospita anche le batterie. Il sensore è una piccola griglia quadrata con 400 elettrodi che, messa in bocca, è in grado di ricevere le coordinate delle immagini riprese dalla telecamera inserita negli occhiali da sole. I pixel chiari ricevuti dalla telecamera sono tradotti in impulsi forti sulla lingua, mentre i pixel grigi e neri sono percepiti con stimoli di intensità minore. Si tratta di impostazioni standard che è possibile modificare secondo le necessità o comodità della singola persona.
Come si usa BrainPort V100?
Dopo aver indossato gli occhiali da sole, la persona cieca deve mettere la griglia in bocca in modo da poter ricevere gli impulsi dai segnali inviati dalla telecamera inserita negli occhiali. Prima di fare questo, è necessario un periodo di apprendimento di almeno 10 ore da parte di chi deve indossare il dispositivo, e BrainPort V100 non sostituisce il cane guida né il bastone bianco, ma integra i due aiuti potenziando l’opportunità del non vedente di muoversi in maggiore autonomia.
L’azienda Wibac ha presentato il brevetto del dispositivo alla FDA nel 2013, e da allora sono stati svolti numerosi test e accertamenti prima di avere l’ok alla commercializzazione. Il 69% delle persone che hanno testato l’apparecchio si è detto soddisfatto, dunque l’efficacia è stata accertata. L’unico punto critico che resta da smussare è il costo oggi pari circa a €10.000.
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