La calvizie è una malattia anche se per la maggior parte degli uomini è solo un imbarazzante inestetismo perché, oltre a sottolineare l’invecchiamento del volto, ha importanti ripercussioni sull’autostima e la sicurezza personale.
Calvizie è un termine generico che indica diverse tipologie di alopecia, cioè la diminuzione della quantità e dello spessore dei capelli. In questo post parleremo in dettaglio dell’alopecia androgenetica, la forma di calvizie più diffusa nell’uomo.
Come indica l’aggettivo, il maggiore responsabile di questo tipo di alopecia è l’androgeno – un ormone steroideo secreto dai testicoli e dalla corteccia surrenale – e in modo particolare il diidrotestosterone o DHT. Si tratta di un derivato del testosterone che danneggia il follicolo fino a inibirne l’attività e, di conseguenza, la vita del capello.
Il DHT è la principale causa della calvizie androgenetica maschile, ma ce ne sono altre molto più generiche e difficili da individuare. Per esempio: cause genetiche, disordini alimentari, problemi ormonali, disfunzioni tiroidee, uso sbagliato di prodotti farmaceutici o dermatologici, stress e difficoltà emotive. A seconda dell’intensità del problema scatenante, nell’uomo la calvizie si manifesta in modo veloce, lento o progressivo.
Le soluzioni alla calvizie sono tante e dipendono dalle cause e dalle caratteristiche del singolo. Per curare davvero l’alopecia androgenetica maschile bisogna innanzitutto considerarla per quella che è: una malattia. Per questo è indispensabile affidarsi a medici esperti piuttosto che scegliere facili scorciatoie fai da te.