Il seno è il simbolo della donna come madre che nutre, compagna che accoglie, amante che seduce. Per questo, la diagnosi di un tumore al seno può rappresentare uno dei fatti più sconvolgenti nella vita di ognuna di noi, e delle nostre famiglie.
Nel corso della sua vita, un’italiana su otto deve affrontare quest’esperienza; ogni anno in Italia le nuove diagnosi sono 35.000 e il numero è in aumento.
Fortunatamente, i casi di mortalità sono in costante calo, anche grazie all’accresciuta efficacia delle misure preventive – che sono di due tipi. La prevenzione primaria ha lo scopo di evitare l’insorgenza, e prevede esercizio fisico costante e alimentazione corretta – cioè una dieta ricca di proteine vegetali che mantengono bassi i livelli d’insulina. Il controllo del peso è fondamentale: il suo aumento può favorire l’insorgenza del tumore, soprattutto in menopausa. La prevenzione secondaria non evita il tumore ma ne permette la scoperta precoce; questo aumenta le probabilità di guarigione e limita i disagi. Esami come ecografia, mammografia e risonanza magnetica sono oggi le armi più efficaci.
Oltre alla prevenzione, anche i protocolli d’intervento chirurgico sono sempre più efficaci e rispettosi dell’integrità psico-fisica della donna. In particolare, le tecniche di ricostruzione mammaria hanno acquisito qualità quasi sartoriali, combinando le necessità terapeutiche con i desideri della donna-paziente, dando risultati finali del tutto naturali e cicatrici quasi invisibili.
Le principali tecniche mammarie ricostruttive sono due. Quella protesica prevede l’inserimento di impianti di silicone, che vanno sostituiti ogni 10 anni ma non sono soggetti ad invecchiamento. Quella autologa, invece, comporta il prelevamento di tessuti propri da altre parti del corpo; qui, la mammella segue il normale processo di invecchiamento del corpo e/o alterazioni di peso, ma non necessita di sostituzioni ed è esente da rischio di rigetto. Il chirurgo plastico saprà scegliere quella fra le due tecniche (o una combinazione fra le due) che più si adatta alla paziente. L’obiettivo finale è il pieno recupero psico-fisico e il pieno godimento di tutti gli aspetti, pubblici e privati, della vita.
Il percorso dalla diagnosi alla completa guarigione può essere lungo, ed è giusto che la donna-paziente anche in questo frangente voglia curare il proprio aspetto e la propria femminilità. In questo senso, un aiuto prezioso e competente può venirle dall’Estetista APEO (Associazione Professionale di Estetica Oncologica): una professionista che, grazie a un percorso di formazione specialistica, è preparata a trattare la pelle e gli inestetismi da terapia.
La donna-paziente può tranquillamente affidarsi alle mani esperte di questa professionista, e sentirsi coccolata e rigenerata con trattamenti specifici di rassodamento e benessere, manicure e pedicure, cura del viso e make-up.
Una donna con il tumore al seno, oggi non è più sola.
Articolo a cura della Dott.ssa Ambra Redaelli, R&S Dermophisiologique e fondatrice dell’Associazione Professionale di Estetica Oncologica (APEO), da settembre 2013 è anche la direttrice dello spazio benessere oncologico situato all’interno dell’Istituto Europeo Oncologico di Milano (IEO).