L’OMS ha diffuso i risultati della ricerca che dà solide basi scientifiche a ipotesi che circolano da tempo: mangiare costantemente molta carne rossa e lavorata aumenta il rischio di cancro.
L’IARC – International Agency for Research of Cancer – l’autorità in materia dello studio degli agenti cancerogeni facente parte dell’OMS ha pubblicato su Lancet oncology i risultati di una lunga ricerca scientifica: un grande consumo di carne rossa e lavorata aumenta il rischio di cancro.
L’effetto è stato dirompente: l’opinione pubblica si è divisa in due fazioni, da un lato le persone che accusano di esagerazione l’OMS, e dall’altro chi trova nelle dichiarazioni dell’IARC ulteriori prove per sostenere l’elevato rischio cancerogeno di carne rossa e lavorata. Chi ha ragione? Di certo, la moderazione contro l’allarmismo.
Carni rosse, salate e insaccate nel gruppo I degli agenti cancerogeni
Gli esperti dell’IAPC che hanno inserito wurstel, bacon, insaccati e carne in scatola tra gli elementi cancerogeni del gruppo I, dunque altamente rischiosi, sono gli stessi che invitano l’opinione pubblica a non cedere all’allarmismo, per almeno quattro motivi:
- Quantità del consumo di carne. Il rischio di tumore è direttamente proporzionale alla quantità di carne rossa e insaccata mangiata durante la settimana e nel corso dell’anno. Gli italiani consumano meno della metà della carne consumata in altri paesi, specie rispetto ai paesi del Nord Europa e degli USA dove si consuma il 60% di carne rossa in più dell’Italia.
- Qualità della carne consumata. Coldiretti e Assica-assocarni evidenziano che, a differenza di quanto accade all’estero, la carne italiana non è trattata con gli ormoni ed è poco grassa, in definitiva più sana. Questo non esclude i rischi associati all’allevamento intensivo di ovini e bovini.
- Cottura. La salubrità degli alimenti, di qualsiasi alimento, è determinata anche dalla modalità di cottura: grigliate, barbecue e arrosti sulla brace favoriscono la formazione di agenti chimici cancerogeni rispetto, per esempio, a una semplice cottura in padella.
- Dieta mediterranea. La tradizione alimentare italiana si basa sulla dieta mediterranea, un regime alimentare così sano, equilibrato e completo da essere nell’elenco del Patrimonio mondiale non materiale dell’UNESCO. Per restare entro i limiti del rischio, basta seguire la dieta mediterranea e mangiare carne rossa e lavorata al massimo due volte a settimana, un’abitudine già diffusa in Italia e molto meno all’estero.
Carne rossa cancerogena: facciamo chiarezza
La notizia diffusa dall’OMS non servirà a far sparire dalla tavola degli italiani le carni lavorate e rosse, ma si spera possa contribuire a generare maggiore consapevolezza verso le scelte alimentari e il ruolo cruciale della dieta sulla salute.
Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha già chiesto il parere del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare presieduta dal professor Calabrese, e ha precisato: “Noi Italiani proponiamo la dieta mediterranea, che ha già in sè’ tutte le caratteristiche per una vita salubre. La nostra dieta ha un apporto equilibrato di nutrimenti freschi e di tutte le componenti nutrizionali, fa parte della nostra cultura.”
Fonti e approfondimenti: Il sole24ore, Corriere salute, IARC.