Il bello di settembre è che ritornano tutte le abitudini dell’autunno, per esempio quella di fare una regolare attività fisica. Così, in questi giorni torna anche la voglia di iscriversi in palestra, in piscina o nella struttura più adatta a praticare il proprio sport e, puntuale come ogni anno, per l’iscrizione si richiede il certificato medico anche se è obbligatorio solo nelle palestre associate con il Coni.
Chiunque abbia frequentato una palestra sa bene che il certificato medico ha un costo che varia dalle 30 alle 50€, una spesa che si potrebbe risparmiare grazie al Decreto emesso circa un anno fa dal Ministro della salute Beatrice Lorenzin. Secondo le direttive, infatti, il certificato medico serve solo a chi svolge sport da agonista ed è facoltativo, dunque non obbligatorio, per chi fa attività ludico sportiva amatoriale, come l’uso di attrezzi in palestra e il nuoto libero.
Probabilmente le palestre continuano a chiedere il certificato medico perché pensano sia l’unico modo per tutelarsi rispetto alla copertura assicurativa, ma in realtà non è affatto così. Silvestro Scotti, vicesegretario della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), afferma infatti che i medici a cui viene richiesto il rilascio del certificato medico non hanno modo di verificare l’effettiva idoneità del paziente a svolgere attività fisiche libere, e «dobbiamo “inventarci” il certificato per la palestra, anche perché senza questo documento diverse strutture rifiutano l’iscrizione. Allora torniamo alla “sana e robusta costituzione”, che non certifica niente rispetto all’attività che si è scelto di fare ma che viene accettato perché, come mi ha riferito un mio paziente, iscritto ad una famosa palestra in franchising, per il gestore “basta che ci sia un pezzo di carta firmato dal medico”!».
Prima di iscriversi in palestre è meglio informarsi e avere le idee chiare, per questo è vi invitiamo a consultare le linee guida sui certificati per l’attività sportiva non agonistica stilate dal Ministero della Salute.
(Fonte: Corriere.it)