Con la fine della scuola, i bambini hanno tanto tempo libero da dedicare ai giochi e al meritato relax. Eppure, mentre loro si trovano all’improvviso liberi dagli impegni scolastici, gli adulti continuano a lavorare, e a questo punto sorge il problema: lascio mio figlio alla baby sitter o lo affido alla nonna? E noi vi chiediamo: avete pensato alle colonie estive?
Le colonie estive esistono da decenni, e molti di voi ricorderanno con piacere quel periodo trascorso a giocare e ridere con i propri coetanei. Perché negare quest’esperienza a vostro figlio? La colonia estiva non è un luogo in cui parcheggiare i bambini in attesa di poter andare in ferie, ma un’occasione importante per la sua crescita personale. Il contatto con i coetanei, la condivisione dei giochi, gli stimoli creativi ricevuti dal personale specializzato delle colonie sono importanti fattori di crescita che aiutano il bambino a socializzare e a conoscere – sebbene per un breve periodo – un contesto nuovo.
Quando si parla di colonia estiva, la prima immagine che viene in mente è il mare o la montagna. Certo, queste sono le colonie per eccellenza, ma c’è ne sono altre specializzate in musica, sport, avventura, apprendimento di una lingua straniera. Per scegliere la colonia estiva adatta al proprio bambino è necessario assecondare le sue inclinazioni e incoraggiare la sua voglia di imparare a suonare uno strumento, avventurarsi nella natura con l’aiuto di un team adulto, la sua inclinazione alle lingue straniere o al divertimento di giochi con altri bambini.
Può capitare che il bambino si opponga al campo estivo, e spetta ai genitori invogliarlo e creare in lui irresistibile curiosità. Per esempio, si può fare un sopralluogo del campo e trasmettere al piccolo l’entusiasmo di stare in un posto nuovo, si possono conoscere i responsabili che seguiranno i bambini durante la colonia estiva, in modo che il bambino rompa il ghiaccio prima di cominciare l’esperienza vera e propria. Qualunque cosa si scelga di fare, è indispensabile evitare due passi falsi: costringere il bambino a frequentare la colonia, e trasmettere il messaggio che è necessario mandarlo in colonia perché altrimenti non si saprebbe dove parcheggiarlo. È ovvio che una situazione di questo tipo lederebbe l’autostima del bambino che, seppure in modo inconsapevole, si sentirebbe un pacco da parcheggiare.
Prima dei bambini, devono essere i genitori a considerare le colonie estive una delle esperienze formative più belle e ricche nella vita del proprio figlio.
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