I valori della pressione sanguigna sono un parametro imprescindibile per controllare la salute cardiovascolare. La pressione differenziale serve a monitorare la differenza tra pressione sistolica (massima) e pressione diastolica (minima), un indice importante per determinare il corretto andamento della circolazione sanguigna.
Cos’è la pressione sanguigna, differenza tra sistolica e diastolica
Prima di spiegare come si calcola la pressione differenziale chiariamo cos’è la pressione sanguigna e qual è la differenza tra pressione sistolica e pressione diastolica.
La pressione sanguigna è la forza esercitata dal flusso del sangue all’interno del sistema circolatorio che segue due percorsi: dal cuore verso vene e arterie e viceversa. La spinta iniziale è data dalla sistole ventricolare sinistra. Durante questa fase, il cuore imprime una pressione sul sangue e i vasi arteriosi si distendono. A questa segue la fase diastolica durante la quale le pareti dei vasi arteriosi si rilassano sprigionando un’energia elastica che permette al sangue di raggiungere i vasi periferici del corpo.
Si definisce pressione sistolica quella esercitata nei vasi sanguigni durante la sistole ventricolare e corrisponde a quella comunemente chiamata massima. La pressione diastolica è quella esercitata nei vasi durante la diastole ventricolare ed è la minima. L’alternanza tra massima e minima permette il funzionamento ottimale del sistema circolatorio.
Come si calcola la pressione differenziale
I valori della pressione sanguigna cambiano al variare di diversi fattori tra cui età, sesso e stile di vita. La scala di riferimento per la misurazione della pressione è il millimetro di mercurio con sigla mmHg.
Per calcolare la differenziale è necessario conoscere i valori di massima e minima perché, come indica il nome stesso, la pressione differenziale è la differenza tra il valore della pressione sistolica e quello della pressione diastolica ottenuta con una semplice sottrazione. In una persona adulta in buone condizioni di salute i valori pressori oscillano tra 115-120 mmHg per la massima o sistolica e 75-80 mmHg per la minima o diastolica. Una buona pressione differenziale si attesta tra 40-50 mmHg.
La pressione differenziale è detta anche pressione pulsatoria perché tende ad aumentare nei tratti dei vasi periferici ,sia a causa della minore elasticità dei vasi periferici rispetto all’aorta sia per le onde riflettorie che aumentano man mano che il sangue si allontana dal cuore.
Per misurare la pressione arteriosa il medico cardiologo usa lo stetoscopio e lo sfigmomanometro, e in caso di ipertensione e ipotensione può affiancare alla terapia medica l’uso di un esame strumentale per monitorare l’andamento della pressione sistolica e diastolica: l’holter pressorio.
buongiorno, riscontro spesso valori molto bassi di pressione differenziale (10_15 mmHg) quali problematiche può portare? Grazie.
buongiorno
possibilmente mi date l’interpretazione se il valore differenziale è superiore di 50 e inferiore di 40 mmH