Il virus Zika trasmesso dalla puntura delle zanzare Aedes Aegypti potrebbe essere una causa del crescente numero di bambini nati con microcefalia in Brasile.
Il legame tra il virus Zika – che l’OMS ha definito di emergenza sanitaria internazionale – e la microcefalia è tutta da dimostrare, ma 3.000 casi nel 2015 contro gli appena 147 del 2014, in Brasile, insinuano un fondato sospetto che le autorità locali cercano di tenere a bada consigliando alle donne di ritardare la gravidanza, e a quelle in dolce attesa di non recarsi nei paesi più colpiti dall’emergenza Zika.
Cos’è la microcefalia?
Il sospetto legame tra virus Zika e microcefalia ha portato l’attenzione su questa malattia rara dovuta a una malformazione neurologica che si manifesta con un cranio sproporzionato rispetto al resto del corpo, perché troppo piccolo in base all’età. Di solito, i neonati microcefali hanno un aspetto del tutto normale e, con il tempo, si manifesta la malattia: il corpo cresce mentre il cranio mantiene una circonferenza piccola.
La diretta conseguenza di un cranio che non cresce è il mancato ingrandimento del cervello. Questo ha ripercussioni negative sullo sviluppo neurologico del bambino, in alcuni casi i difetti cognitivi sono evidenti da subito, in altri si manifestano nelle diverse fasi della crescita.
Quali sono le cause della microcefalia?
Con un’ecografia durante la gravidanza, è possibile capire se il feto è affetto da microcefalia congenita o se svilupperà la malattia nei primi anni di vita. A oggi, però, non è possibile definire con certezza le cause della microcefalia infantile. Stando agli studi finora condotti, si potrebbero ipotizzare cause derivanti da determinate condizioni cliniche della madre, o fattori genetici e malattie ereditarie.
Esistono cure per la microcefalia?
No, non esistono terapie per curare la microcefalia anche perché non si conoscono le cause precise. In presenza di microcefalia infantile, è possibile agire con interventi mirati a prevenire o limitare i deficit cognitivi dovuti al mancato sviluppo neurologico, per dare alle persone microcefaliche maggiori possibilità di arginare le difficoltà legate alla malattia.
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