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Da embrioni parzialmente malati possono nascere bambini sani. Una scoperta tutta italiana

Fecondazione assistita
Fecondazione assistita - iStockphoto.com






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L’équipe del Dott. Ermanno Greco, direttore del Centro di medicina e biologia della riproduzione “European Hospital di Roma” ha scoperto l’esistenza di un meccanismo biologico che permette a un embrione parzialmente malato di svilupparsi in un feto del tutto sano. Il risultato della ricerca è stato pubblicato sul prestigioso New England Journal of Medicine e, se confermato da ulteriori studi, sarà destinato a modificare l’approccio anche etico alla fecondazione in vitro.

 

Cosa significa embrione parzialmente malato?

L’aneuploidia cromosomica, o più semplicemente mosaicismo embrionale, è una condizione in cui l’embrione presenta una struttura a mosaico: accanto a cellule perfettamente formate convivono altre che presentano un numero di cromosomi in eccesso o in difetto rispetto al normale. È una situazione ritenuta tra le cause di aborto spontaneo e, per questo, gli embrioni a mosaico non sono usati nella fecondazione in vitro.

 

Il Dott. Greco e la sua équipe hanno analizzato 3800 blastocisti – le cellule che si formano dopo due settimane dal concepimento – il 5% sono risultate a mosaico. Questi embrioni parzialmente malati sono stati impiantati in 18 donne che hanno sottoscritto il proprio consenso allo studio.

 

Gli embrioni che all’inizio della gestazione presentavano l’aneuploidia cromosomica si sono sviluppati fino a dare vita a neonati perfettamente sani.

 

Com’è possibile? I ricercatori hanno osservato che con il progredire della gravidanza le cellule sane “hanno condizionato” quelle malate fino a rendere anche queste sane. Lo stesso Dott. Greco, autore della ricerca, invita a moderare l’entusiasmo: si tratta di uno studio troppo ristretto per avere dati esaustivi, per questo servono altre ricerche e maggiori analisi.

 

Certo è che, se confermati, gli esiti finora ottenuti implicano notevoli ripercussioni etiche sulla fecondazione assistita: potranno esserci maggiori possibilità di successo, minor ricorso alla stimolazione ovarica e, soprattutto, si eviterebbe di tenere in disparte o eliminare gli embrioni malati.

Inoltre, non ci sarebbe bisogno di applicare la recente sentenza della Corte di Cassazione: la possibilità legale di rigettare un embrione, in caso vi siano legittime ragioni per ritenere che possa essere malato.

 

Fonti e approfondimenti: Fecondazione artificiale, gli embrioni malati possono dar vita a bambini sani, Nuove possibilità di successo con embrioni imperfetti.


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