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Disfunzione erettile: cos’è, diagnosi e cura

Disfunzione erettile
Disfunzione erettile - www.istockphoto.com






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Pubblichiamo un articolo a cura dell’andrologo e urologo Dott. Andrea Militello in merito a cause, diagnosi e terapie della disfunzione erettile.

 

Cos’è e come nasce l’erezione

L’erezione del pene o peniena è un fenomeno fisiologico complesso che coinvolge numerosi fattori e sistemi della sfera sia fisica che psichica. Le situazioni cliniche più frequenti, note come disfunzione erettile, sono dovute a più cause che si combinano tra loro rendendo una diagnosi sicura spesso non immediata.

 

Guardiamo l’erezione e le situazioni cliniche correlate da un punto di vista specialistico sottolineando quanto, in questo delicato campo, il supporto di un sessuologo clinico sia utile se non indispensabile.

 

Il fenomeno dell’erezione vede partecipare il sistema vascolare, il sistema nervoso, il sistema ormonale, la psiche. L’erezione può essere indotta e mantenuta esclusivamente da stimoli visivi o idealizzati come anche da semplici stimolazioni locali a livello genitale e delle zone erogene. Questo implicitamente ci fa comprendere come esistano partecipazioni del sistema nervoso centrale alto e periferico, midollare.

 

Attraverso il segnale nervoso si raggiungono i corpi cavernosi – i protagonisti dell’erezione – che possiamo raffigurare come due cilindri spugnosi affiancati a canna di fucile e all’interno dei quali circola una quantità di sangue utile alla loro nutrizione, come per tutti gli altri organi del nostro corpo. Il sistema adrenergico, detto ortosimpatico, fa sì che la quantità di sangue che entra sia sempre regolata nella quantità richiesta per una normale vascolarizzazione, come una mano che regola un rubinetto per fare entrare una quantità minima di acqua. Durante il complesso meccanismo dell’erezione il controllo del sistema ortosimpatico viene temporaneamente annullato: i corpi cavernosi iniziano a dilatarsi (la mano del rubinetto sta aprendo al massimo), il sangue entra, i corpi cavernosi si dilatano e, importantissimo, il sistema di chiusura definito appunto come sistema veno-occlusivo, si chiude ermeticamente.

 

Problemi dell’erezione: cause, patologie e interferenze

Quanto tutto si svolge come appena descritto, l’integrità del sistema permette una normale erezione. Ma quali sono le interferenze e le patologie che possono indurre problemi nell’erezione?

 

Sebbene la disfunzione erettile si manifesti con la mancata o insufficiente erezione dell’organo maschile, si potrebbe più propriamente parlare di disfunzioni erettili perché tante possono essere le cause del disturbo e altrettante le modalità d’intervento terapeutico.

 

Compito principale dell’andrologo è escludere quelle che in termini medici indichiamo come problematiche sistemiche: cardiopatie, diabete, ipertensione grave, vasculopatie. Perché è chiaro che tutto ciò che danneggia il sistema vascolare compromette direttamente il microsistema vascolare dei corpi cavernosi. Anzi, spesso la disfunzione erettile è un preavviso, una spia che il sistema vascolare sta avendo problemi.

 

Importante anche l’anamnesi farmacologica. È noto che alcuni antiipertensivi, gastroprotettori e psicofarmaci possono essere causa di iposessualità e deficit erettile. È inoltre indispensabile escludere patologie a carico della ghiandola prostatica, in senso di ipertrofia o infiammazione.

Scartate le problematiche appena descritte, entriamo nel vivo della branca andrologica.

 

Come si fa la diagnosi dei problemi di erezione

Quali sono i test necessari per conoscere le condizioni ormonali e vascolari?

 

Ormoni: dosare i principali ormoni che sono coinvolti nella libido e nella risposta erettile:

  • TSH (per screenare eventuali ipo/ipertiroidismi).
  • Testosterone.
  • DHEA.
  • Prolattina.
  • Omocisteina.
  • Vitamina D.

 

In presenza di particolari alterazioni, queste andranno prontamente affrontate e corrette. Il secondo step diagnostico riguarda il sistema vascolare locale. Sono due gli esami che possiamo proporre ed eseguire:

  • Ecocolordoppler basale e dinamico dei corpi cavernosi. Dopo un’iniezione assolutamente indolore con microago, si inocula nei corpi cavernosi una quantità ben determinata di Alprostadil, una prostaglandina in grado di attivare il fenomeno erettile anche in assenza di stimoli. Con l’ecocolordoppler l’andrologo sarà in grado di studiare e documentare l’afflusso di sangue – l’arrivo di sangue nelle arterie – e il deflusso – il sangue che esce dalle vene, fenomeno che in fase di erezione non deve avvenire.
  • Rigiscan test notturno. Tramite uno strumento dedicato e attraverso l’uso di due sensori applicati sul pene, si registrano le erezioni notturne per tre notti consecutive. La presenza di valide erezioni notturne ci fa considerare gli insuccessi diurni di chiara causa psicogena, poiché durante il sonno profondo la coscienza è assente.

 

Cura e terapie delle disfunzioni erettili

Una volta concluso l’iter diagnostico sarà compito dell’andrologo delineare un programma terapeutico discutendone con il paziente. Tutte le patologie sistemiche – diabete, dismetabolismi, ipertensione, malattie endocrine, gravi patologie neurologiche, abuso del fumo e sue dirette conseguenze – andranno trattate in altra sede con gli appositi specialisti.

 

Le disfunzioni erettili di origine psicogena andranno affidate allo specialista sessuologo clinico, mentre il deficit erettile di origine vascolare “locale” vedono oggigiorno intervenire numerosi aiuti integrativi e farmacologici.

Tra i farmaci ricordiamo le molecole attive nella assunzione orale, on demand o inserite in un programma terapeutico: Sildenafil, Tadalafil, Vardenafil, Avana fil.

 

Altra possibilità: nel paziente che non risponde alla terapia orale, si può ricorrere all’uso di Alprostadil (PGE1) inoculata direttamente nei corpi cavernosi (FIC) o somministrata sotto forma di gel endouretrale, ambedue da usare al bisogno.

 

Prima di raggiungere l’ultimo step terapeutico, quello chirurgico, abbiamo l’obbligo di segnalare le terapie fisiche sempre più disponibili. Ricordiamo le onde d’urto a bassa intensità e l’uso dei fattori di crescita sotto forma di pappa piastrinica (PRP).

 

Se la disfunzione erettile non risponde alle precedenti terapie o se queste non attecchiscono sul paziente che ha subito una denervazione pelvica a causa di importanti interventi chirurgici a carico del retto o della prostata, un’ultima opzione a cui ricorrere è l’impianto della protesi peniena. L’adozione di tecniche mini invasive e l’uso di protesi idrauliche tri-componenti permettono di avere in pochissimo tempo una nuova erezione laddove un tempo nulla era proponibile.

 

In conclusione, rimane l’obbligo di definire la disfunzione erettile un sintomo e non una malattia e sottolineare sempre un’attenzione particolare alla sfera emozionale e psicogena che può influenzare le nostre scelte diagnostiche e terapeutiche.

 

Per ulteriori approfondimenti, contatta il Dott. Andrea Militello.


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5 commenti

  1. Alfredo ha detto:

    articolo completo e interessantissimo, complimenti e grazie al portale abcsalute e all’autore Dr. Andrea Militello…..peccato che non siamo vicini altrimenti avrei il piacere di essere un suo paziente

  2. Iiviana ha detto:

    Ottimo professionista sempre molto aggiornato

  3. Fabian ha detto:

    Grazie Dr Militello, articolo utilissimo e chiarificatore


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