Si chiama editing genetico la tecnica di ingegneria che ha permesso a un team di ricercatori italiani e statunitensi di eliminare il DNA dell’HIV dai pazienti affetti dal virus dell’AIDS.
Come suggerisce l’espressione, l’editing consiste nel tagliare ed eliminare dalla sequenza del DNA esclusivamente il genoma virale dell’HIV per poi ricucire le estremità del DNA sano. È un traguardo agognato da tempo per dare alle persone sieropositive un’alternativa alle terapie da seguire a vita per tenere a bada il virus dell’HIV.
La definizione della forbice molecolare per eradicare il DNA estraneo dalla cellula ospitante nasce dalla collaborazione tra il Laboratorio di Ricerca Traslazionale del Dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgiche dell’Università Statale di Milano e il Department of Neuroscience della Lewis Katz School of Medicine presso la Temple University.
Non solo HIV: i risultati positivi dei test di laboratorio fanno ben sperare che si possa ricorrere all’editing genetico anche per intervenire su altre patologie. La componente essenziale è l’estrema precisione del taglio e l’introduzione di un Rna guida che, nella cellula, sia capace di tramutarsi in un virus a Dna tale da estromettere quello estraneo. Per capire meglio l’importanza dell’esito di questa sperimentazione, riportiamo le parole di Pasquale Ferrante, ricercatore dell’Università di Milano:
“I medicinali antiretrovirali funzionano riducendo la quantità di virus in grado di replicarsi, però non consentono ancora di superare uno dei tabù dell’HIV come di tutti i retrovirus. Questi microrganismi sono virus a Rna che quando entrano nella cellula si trasformano in virus a Dna. Il loro genoma, denominato Dna provirale, si integra in quello della cellula infettata e finora era impossibile escinderlo in maniera mirata”.
Lo step successivo sarà testare l’editing genetico sugli animali geneticamente vicini all’uomo, e poi cominciare i trial clinici sull’essere umano, presumibilmente tra 1-2 anni. Se anche queste sperimentazioni daranno esiti positivi, l’AIDS sarà una malattia sempre più curabile.