L’AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco – ha dato il via libera per curare l’epatite C con la combinazione di nuovi farmaci a somministrazione per via orale.
La nuova combinazione farmaceutica creata da AbbVie – e che comprende Harvoni e Daclinza – è senza interferone e affiancherà il Sofosbuvir nelle terapie di cura per i pazienti con epatite C, in particolare, per i genotipi del virus 1 e 4 e per i pazienti considerati difficili da trattare come quelli coinfettati con Hiv. I trial clinici condotti sulla nuova combinazione di farmaci ha mostrato una percentuale di successo quasi pari al 100%. Ciò significa che la quasi totalità dei pazienti ha debellato dal proprio organismo dal virus dell’epatite C.
I vantaggi dei nuovi medicinali contro l’epatite C
Accanto all’efficacia dimostrata durante i trial clinici, ci sono almeno altri due vantaggi derivati dall’uso dei nuovi farmaci contro l’epatite C. Il primo è l’assenza di interferone, un gruppo di proteine prodotte dalle cellule per difendersi dall’invasione di un virus e che in alcuni soggetti provoca importanti effetti collaterali: grazie a questa assenza, i nuovi farmaci potranno essere usati da tutti i pazienti. Inoltre, il percorso terapeutico si riduce da 6-12 mesi a 3-6 mesi, a tutto beneficio del benessere psico-fisico della persona e del risparmio economico.
Nuova terapia dell’epatite C: tempi e costi
Il via libera dell’AIFA per il trattamento dei pazienti con genotipi 1 e 4 di epatite C non basta a garantire il facile e libero accesso alla nuova cura di tutti gli interessati. Probabilmente i farmaci saranno disponibili in Italia tra il 2015 e il 2016, e spetterà alle Regioni regolamentare il prezzo dei medicinali e ai medici decidere a quali pazienti destinarli.
È un iter che rallenta i tempi di somministrazione della cura e genera impazienza tra le persone che rientrano nella casistica da trattare.
Maggiori approfondimenti e informazioni sono disponibili su Quotidiano sanità e Nuovi farmaci epatite.