La chirurgia plastica ricostruttiva è quel ramo della chirurgia finalizzato alla ricostruzione delle parti del corpo colpite da malformazioni o agenti esterni. In Italia sempre più persone – soprattutto donne – si sottopongono a interventi di chirurgia plastica ricostruttiva dopo aver affrontato alcune terapie oncologiche.
La mastectomia è tra i trattamenti oncologici più invasivi. Consiste nell’asportazione chirurgica della mammella, un intervento in alcuni casi necessario per estirpare la massa tumorale dal seno. Nei casi in cui la mastectomia è indispensabile, l’intervento plastico ricostruttivo è considerato parte integrante del trattamento oncologico: restituisce alla donna la sua identità femminile ed è essenziale per migliorare la qualità della vita delle pazienti oncologiche. Inoltre, è dimostrato che l’intervento di chirurgia plastica ricostruttiva non interferisce con il decorso della malattia né con le eventuali terapie in corso anzi, ha notevoli effetti positivi sull’equilibrio psicofisico della persona operata.
L’Estetica Oncologica può fornire al paziente un ulteriore aiuto grazie ad alcuni trattamenti specifici. I massaggi linfodrenanti, ad esempio, che idratano in modo corretto la cute e le cicatrici garantendo una maggiore elasticità alla pelle ed evitando la fibrosi del tessuto, e ancora i tatuaggi para-medicali capaci di restituire ai capezzoli un aspetto del tutto naturale anche dopo l’intervento di ricostruzione.
La Dott.ssa Ambra Redaelli ci parla di queste tecniche nel dettaglio.
“Dopo circa 12 mesi dall’intervento di asportazione chirurgica, il chirurgo plastico può ricostruire l’areola mammaria e il capezzolo in sala operatoria, grazie ai tatuaggi para-medicali e ad altre tecniche chirurgiche. L’intervento di asportazione cambia a seconda della gravità e dell’estensione della malattia, e può necessitare di ricostruzione mammaria parziale per interventi di quadrantectomia, o totale dopo una mastectomia. Questa forma di ricostruzione può essere realizzata attraverso l’inserimento di espansori e in seguito di protesi, oppure con lembi autologhi prelevati dal tessuto addominale o dal muscolo gran dorsale.
Quanto alle cicatrici, da un punto di vista prettamente estetico e non medico, l’estetista Apeo procede al trattamento delle cicatrici in due fasi distinte: prima dell’intervento chirurgico, quando la pelle è preparata ad affrontare l’operazione nelle migliori condizioni, e dopo l’operazione di chirurgia ricostruttiva, quando bisogna aiutare la cute a chiudersi e a guarire completamente.
Prima dell’intervento di chirurgia plastica ricostruttiva, l’operatrice specializzata in estetica oncologica può agire con prodotti specifici e trattamenti professionali mirati sia a contrastare la tossicità cutanea della terapia oncologica, sia a ripristinare il tono e l’elasticità della cute, fattori fondamentali per un recupero migliore della pelle in seguito all’intervento chirurgico.
Quando la cicatrice è completamente guarita e il chirurgo ha dato il suo benestare, l’estetista adeguatamente preparata può usare i prodotti adatti al particolare tipo di pelle per effettuare massaggi specifici appresi durante il percorso Apeo.
Questi massaggi seguono il decorso della cicatrice e, in base a come la pelle si è rimarginata, viene studiato lo spostamento della cute in modo da favorire l’ammorbidimento delle strutture cutanee, impedire la fibrotizzazione, l’indurimento della pelle e l’eccessiva riparazione i cui esiti, oltre a essere antiestetici, possono provocare disturbi e ostacolare il movimento della cute sul piano connettivale e muscolare sottocutaneo”.
Per conoscere le iniziative e avere maggiori informazioni sull’Apeo, visita il sito di Estetica oncologica.