Dopo aver visto quali sono i farmaci da mettere nella valigia delle vacanze, parliamo oggi delle precauzioni necessarie per conservare i medicinali in maniera corretta.
I farmaci servono a curare un disturbo, una malattia o a intervenire in situazioni di malore improvviso, ma alcune condizioni possono alterarne la composizione fino a renderli inefficaci o, in alcuni casi, tossici.
Come conservare i farmaci? L’indicazione generale è di tenere i medicinali in un luogo fresco con una temperatura uguale o inferiore ai 25°C. Tenere i farmaci in bagno è un’abitudine tanto diffusa quanto sbagliata perché l’umidità potrebbe compromettere l’integrità di alcuni medicinali fino a renderli inefficaci.
In vista delle vacanze si possono verificare numerose altre situazioni: lasciare i farmaci al caldo per due giorni al massimo va bene, a patto che li si ripongano al fresco appena possibile; se si prevede di fare un lungo viaggio durante il quale non sia subito disponibile un posto fresco, è bene riporre i medicinali in una valigia o borsa termica in modo da preservarne l’integrità. Infine, una raccomandazione importante riguarda la confezione dei medicinali: lasciare pillole, bustine solubili e sciroppi nella loro confezione originale è una sicurezza perché permette di consultare il bugiardino in qualsiasi momento in caso di dubbi e, cosa più importante, il contenitore protegge la composizione del medicinale. Non è un caso che alcuni farmaci siano venduti in contenitori di vetro scuro e altri in confezioni di plastica: il principio attivo e altre componenti di uno specifico farmaco sarebbero danneggiati in un contenitore diverso.
I consigli dell’Aifa sui farmaci sensibili al caldo
Ai consigli generici, si affiancano quelli specifici dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, che diffonde precise indicazioni sui farmaci che potrebbero favorire disturbi causati dal caldo. Li riportiamo qui di seguito:
Anticolinergici. Possono interferire con la termoregolazione, ridurre lo stato di vigilanza, ostacolare la sudorazione.
Antipsicotici<. Possono inibire il meccanismo di sudorazione, diminuire la pressione arteriosa, la termoregolazione a livello centrale e ridurre lo stato di vigilanza.
Antistaminici. Possono inibire il meccanismo di sudorazione e ridurre la pressione arteriosa.
Antiparkinsoniani. Possono inibire il meccanismo di sudorazione e ridurre la pressione arteriosa, causare vertigini e stato di confusione.
Antidepressivi. Possono ridurre la sudorazione, interferire con la termoregolazione centrale e ridurre lo stato di vigilanza.
Ansiolitici e rilassanti muscolari. Possono ridurre la sudorazione e causare vertigini, diminuire la gittata cardiaca e influenzare il raffreddamento tramite vasodilatazione, possono causare un aggravamento di sintomi respiratori.
Antiadrenergici e beta-bloccanti. Possono influenzare la dilatazione dei vasi sanguigni cutanei, riducendo la capacità di dissipare calore per convezione.
Simpatomimetici. Vasodilatatori, compresi nitrati e regolatori del canale del calcio, possono peggiorare l’ipotensione in soggetti vulnerabili.
Antipertensivi e diuretici. Possono condurre a disidratazione e ridurre la pressione sanguigna; un effetto collaterale comune è l’iponatremia che può essere aggravata da un eccesso di assunzione di liquidi.
Antiepilettici. Possono ridurre lo stato di vigilanza e aumentare lo stato di confusione.
Altre classi di farmaci utilizzati per il trattamento di nausea e vomito, disturbi gastrointestinali, incontinenza urinaria agiscono come anti-colinergici, e possono dunque determinare squilibrio idro-elettrolitico.
Per maggiori informazioni, visita il sito dell’Aifa o chiedi consiglio ai nostri medici nel Forum.
Fonte www.dottorsalute.info