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Gelosia tra fratelli: cosa devono fare i genitori?

Gelosia tra fratelli
Gelosia tra fratelli - Fotolia






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Post a cura della Dott.ssa Chiara Lukacs Arroyo

La nascita di una sorellina è, per il fratello maggiore, un momento di forte stress perché l’arrivo di un neonato segna un cambiamento profondo sia nella vita famigliare che nei comportamenti di tutti verso il figlio più grande.
È noto che, all’arrivo di una sorellina o fratellino, il primogenito ha delle regressioni: usa il pannolino, vuole il ciuccio anche se lo aveva abbandonato, chiede alla mamma di essere allattato al seno, non vuole più dormire da solo, ricomincia a svegliarsi di notte. Sono comportamenti che generano nervosismo e stanchezza nella famiglia, ma non vanno zittiti né allontanati perché sono la manifestazione di una gelosia nei confronti della sorellina. La nascita di un altro bambino, che inevitabilmente attrarrà attenzioni, energie, tempo e coccole, implica un certo grado di difficoltà da parte del primo figlio, finora abituato ad essere l’unico protagonista dell’attenzione e dell’affetto familiare. Il bambino si sente tradito, messo da parte, in poche parole è geloso.

 

Cosa possono fare i genitori per aiutare il bambino ad affrontare la gelosia? Prima di tutto, voi genitori dovete mettere dei limiti al comportamento nel momento in cui, ad esempio, diventasse fisicamente aggressivo con la sorellina, ma fate attenzione a non soffocare l’espressione dei suoi sentimenti. Ditegli che capite la sua gelosia e la sua rabbia, fategli sentire che va bene ciò che sente. Cercate, per quanto possibile, di ritagliarvi dei piccoli spazi a tu per tu con lui: la mamma può portarlo al bar a fare merenda, una cosa “da grandi”, il babbo lo porta alle giostre, sempre senza la sorellina presente. Cogliete ogni occasione per sottolineare quanto gli volete bene e quanto lui sia importante per voi, quanto è bravo a fare una certa cosa o un’altra. Sostenetelo, aiutatelo a superare un momento così bello ma molto difficile e che non si può cancellare. Le regressioni, come il pannolino, se ne andranno con il tempo da sé, non glielo fate pesare, non mortificatelo se è tornato un po’ indietro, è il suo modo di dire “sono piccolo anche io, anche io voglio tutte quelle attenzioni che ha la mia sorellina”.

 

È fondamentale abituare il bambino all’arrivo della sorellina già nel corso della gravidanza, coinvolgete il primogenito nei preparativi e nel clima di attesa familiare. Per esempio, rispondete in modo semplice e diretto alle domande che vostro figlio vi fa, tenendo presente che quasi certamente un bambino al di sotto dei 10 anni vuole prima di tutto sapere di sé, della sua storia e dell’affetto che provano i genitori per lui. Dietro a domande sul fratellino nella pancia si cela il bisogno di sentire che lui stesso, il più grande, è stato desiderato e amato fin da quando era in grembo. Coinvolgete vostro figlio facendogli vedere le immagini delle ecografie, fategli sentire il piccolo che si muove. Raccontategli che cosa facevate quando lui era nella pancia e invitatelo a raccontare al piccolo, nella pancia, che cosa si fa quando si è al mondo e quante cose belle ci sono. Preparate insieme l’occorrente per accogliere il nuovo bebè: culla, vestitini, biberon. Quando la sorellina finalmente arriva, tenete presente che, se il primo figlio è molto piccolo, soffrirà un po’ della vostra lontananza per il ricovero ospedaliero e colpevolizzerà il neonato che ha allontanato la mamma. È inevitabile che succeda, però si può preparare il bambino spiegandogli, verso il termine della gravidanza, che cosa succederà e perché. Il fratello più grande probabilmente tenderà a regredire un po’ nei comportamenti e a fare dispetti o ai genitori o al fratellino – sorellina. La regressione cela un messaggio: “vi occupate del fratellino perché è piccolo. Per avere il vostro affetto devo essere piccolo anch’io?”

 

Voi genitori dovete essere bravi a mantenere valide le regole che avevate fissato in casa quando eravate in tre, purché quelle regole siano state scelte con un significato e quindi non vanno messe in discussione o tralasciate.
Inoltre, può succedere che il primogenito attiri l’attenzione per distogliervi dalle cure del bebè: ad esempio, mentre la madre allatta chiede di essere aiutato ad andare in bagno, oppure deve assolutamente bere o fare qualcosa in cui solo la madre può aiutarlo. In quei momenti è importante comunicare che non potete dedicarvi a lui perché la piccola ha bisogno di mangiare tranquilla, proprio come ha bisogno lui stesso quando mangia. Vanno capiti e rispettati i bisogni di entrambi, ricordandosi che il bambino di 5 anni non è grande soltanto per il fatto che ha qualche hanno in più rispetto al nuovo nato, ma che continua ad essere un bambino piccolo cui va dedicata la necessaria importanza. Con il bambino si può trascorrere del tempo a sfogliare l’album di foto di quando lui era neonato raccontandogli che si faceva con lui proprio quello che si fa ora con la sorellina, raccontiamogli quello che faceva lui e rispondiamo alle sue domande. Questo gioco può essere molto utile, sia per accettare la sorellina, sia per aiutarlo a capire che la sorellina non sarà sempre neonata, non avrà sempre così bisogno della mamma. In questo caso, il compito dei genitori dev’essere distribuire equamente l’attenzione e l’affetto tra i figli.

Vuoi approfondire l’argomento? Contatta la psicologa Dott.ssa Chiara Lukacs Arroyo


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