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Giocare a Tetris per curare l’occhio pigro








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Dal Canada arriva una notizia curiosa che divide l’opinione di oculisti e pazienti: l’occhio pigro in età adulta si cura giocando a Tetris.

L’ambliopia, più nota come sindrome dell’occhio pigro, interessa circa il 3% della popolazione e si manifesta sin dall’infanzia. È un disturbo della vista che rende uno dei due occhi – raramente entrambi – incapace di vedere con la stessa intensità e forza dell’altro.
La classica terapia per svegliare l’occhio pigro è apporre una benda sull’occhio sano in modo da costringere l’altro a vedere meglio. Uno studio canadese, però, dimostrerebbe la validità di una cura decisamente più allettante perché basata sul gioco del Tetris.

Robert Hess, direttore del Dipartimento di oftalmologia della McGill University in cui si è svolta la ricerca, ritiene infatti che la benda non sia efficace quanto il Tetris. Per vincere al popolare gioco è necessario coinvolgere entrambi gli occhi, e tanto basterebbe per forzare la pigrizia dell’occhio con ambliopia in un adulto.
Il team di ricercatori diretto da Robert Hess ha osservato il comportamento di due gruppi di 9 persone con l’occhio pigro. Un gruppo ha indossato la classica benda, l’altro ha giocato a Tetris. Dopo due settimane, i 9 pazienti che hanno giocato presentavano risultati migliori rispetto agli altri 9 con la benda.

I risultati della ricerca stanno destando grande entusiasmo tra chi ha l’occhio pigro, eppure gli oculisti sono critici e invitano al buon senso. Per esempio il Dott. Paolo Nucci, direttore della clinica oculistica dell’università di Milano, è preoccupato per il dilagare della notizia. Secondo il Dott. Nucci lo studio è carente in molti punti, soprattutto ritiene che la ricerca si sia svolta per troppo poco tempo e su un campione di persone troppo ristretto.
Giocare a Tetris per curare l’ambliopia sarebbe una terapia divertente specie per i bambini, ma è pericoloso adottare una cura fai da te: solo l’oculista può indicare la strada giusta per contrastare le patologie oculari.
Per saperne di più sullo studio canadese, leggi l’articolo pubblicato sulla rivista Current biology.
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Chiedi un consulto ai medici di ABCsalute

Dr Massimo Mammone
Prof. Dr Fabio Dossi
Dr Claudio Lambertoni


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