Istituita nel 1988 durante il Summit mondiale dei Ministri della sanità sui programmi per la prevenzione della malattia, il primo dicembre 2016 torna puntuale la Giornata mondiale contro l’AIDS che quest’anno compie 28 anni. Sebbene l’infezione da HIV sia decisamente più contenuta rispetto agli anni ’80 quando si parlava di vera e propria epidemia, ancora oggi milioni di persone nel mondo hanno l’AIDS e la maggior parte non sa di essere sieropositiva tardando, così, la terapia antiretrovirale.
AIDS, facciamo il punto
L’obiettivo dell’Oms è liberare il mondo dall’Aids entro il 2030 ma, a oggi, i numeri della malattia restano importanti.
Secondo l’ultimo rapporto del Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2015 in Italia ci sono state 3.444 nuove diagnosi di HIV, in media 11 persone al giorno, circa 5,7 ogni 100mila abitanti. In media, le diagnosi riguardano cinquantenni MSM, una sigla che indica Maschi che fanno Sesso con altri Maschi.
Nel mondo si contano 36 milioni di persone con AIDS con un andamento di 2,1 milioni di casi all’anno, due terzi dei quali nell’Africa Sub-sahariana. Unaids riferisce alcuni dati positivi: il numero dei decessi è sceso dai 2 milioni del 2004 a 1 milione e 200mila del 2014, riducendo del 58% il rischio di nuove infezioni ed evitando la morte di 4,2 milioni di persone; nell’Africa Sub-sahariana si sono ridotte del 70% le infezioni di bambini e soprattutto neonati, interrompendo la diffusione del contagio dell’Hiv da madre a figlio.
Prevenire l’AIDS per non abbassare la guardia
Non abbassare la guardia è il monito delle istituzioni e delle associazioni nazionali e mondiali per bloccare l’AIDS sul nascere facendo corretta prevenzione.
Chi ha contratto il virus HIV non è automaticamente sieropositivo, ma lo diventa se tarda a seguire una terapia antiretrovirale. Peccato che la maggior parte delle persone con HIV non sa di averlo. Per questo, la diagnosi di AIDS arriva in ritardo e spesso è difficile seguire con attenzione la terapia che, a oggi, prevede una quotidiana somministrazione di cocktail di farmaci a vita.
Come sempre, il modo più efficace per combatterlo è prevenire l’AIDS evitando le situazioni di contagio da HIV, il retrovirus causa della malattia. L’HIV si trasmette attraverso lo scambio di fluidi corporei – sangue, liquido seminale, latte materno – tranne la saliva. Il contagio più frequente avviene attraverso rapporti sessuali non protetti, rappresenta un grosso rischio anche lo scambio di siringhe tra persone tossicodipendenti.
Approfondimenti: cos’è l’HIV, cos’è l’AIDS.
Info e fonti: LILA, AIDS 2016, UNAIDS.