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Giornata mondiale contro l’epilessia: cos’è e come intervenire

Giornata Mondiale contro l'epilessia 2017
Giornata Mondiale contro l'epilessia 2017






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65 milioni di persone nel mondo di cui 8 milioni in Europa e 500.000 in Italia. Sono i numeri dell’epilessia, una sindrome neurologica cronica tanto diffusa e sottovalutata da meritare, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Parlamento Europeo, la priorità nella ricerca e nell’assistenza. Oggi, 13 febbraio 2017, l’obiettivo della Giornata mondiale contro l’epilessia è diffondere la conoscenza della malattia e le linee guida per intervenire in caso di crisi epilettica.

 

Cos’è l’epilessia

Anche se se ne parla al singolare, non esiste una epilessia ma ce ne sono tante quante sono le forme in cui la patologia si manifesta, per questo è più corretto parlare di epilessie.
Le cause della malattia epilettica sono la predisposizione genetica, la presenza di lesioni cerebrali o, ancora, l’abuso di alcol, droghe e determinati farmaci. In tutti questi casi, all’origine dell’epilessia c’è un’anomalia nel funzionamento del sistema nervoso cerebrale che coinvolge un numero variabile di neuroni cerebrali e si manifesta con scariche elettriche a cui la persona reagisce in modi diversi. Da qui, le varie epilessie.

 

L’epilessia è frequente fino ai 12 anni di età, quando può compromettere lo sviluppo motorio e cognitivo oppure non avere ripercussioni importanti sulla crescita. Le crisi epilettiche possono presentarsi anche dopo i 60 anni di età, in tal caso con ripercussioni importanti sulla vita e la salute della persona.

 

Come riconoscere una crisi epilettica

La crisi epilettica può essere compulsiva o non compulsiva e, in quest’ultima forma, avere diverse manifestazioni.
Crisi epilettica compulsiva. È la forma più nota, caratterizzata da scosse, spasmi, irrigidimento muscolare e bava alla bocca. L’attacco dura qualche minuto lasciando la persona colpita incosciente per breve tempo o addormentata per alcune ore.

 

Crisi epilettica non convulsiva. È più difficile da riconoscere perché il soggetto colpito resta sempre cosciente e l’esternazione della crisi epilettica non convulsiva è comune ad altre patologie, come perdere l’orientamento, avere allucinazioni visive e olfattive. Inoltre, si riconoscono:
• Crisi vegetativa o aura epigastrica, caratterizzata da palpitazione, sensazione di pugno allo stomaco, rossore in volto.
• Crisi affettive con attacchi di panico, improvvisa e immotivata paura.
• Crisi dismnesica data da vivida impressione di aver già visto e vissuto una determinata situazione.
Si può parlare di vera e propria epilessia se le crisi, convulsive o non convulsive, sono ripetute nel tempo e frequenti.

 

Crisi epilettica: come intervenire

Chi soffre di epilessia, durante la crisi epilettica non ha alcun controllo sul proprio corpo, ma è bene che informi famigliari e conoscenti per ricevere aiuto in caso di bisogno.
In alcun caso si deve bloccare con il proprio peso gli spasmi epilettici e aprire con forza la bocca della persona con attacco epilettico per tirare fuori la lingua: si otterrebbe solo un ulteriore irrigidimento e il rischio di vedersi mani e dita morse con violenza dallo spasmo incontrollato.

 

Di fronte a una crisi epilettica convulsiva è necessario allontanare oggetti pericolosi dalla persona colpita e girarla su un fianco in modo da evitare il soffocamento e consentire l’espulsione di bava e vomito. È utile osservare i dettagli della crisi epilettica convulsiva: se e quale parte del corpo trema più dell’altra, quanto tempo dura, se e per quanto tempo c’è espulsione di bava o vomito. Qualsiasi particolare può aiutare il medico neurologo a definire una terapia per l’epilessia.

 

Terapia e cura dell’epilessia

A oggi non è possibile curare l’epilessia con i medicinali, ma si può controllare la comparsa delle crisi epilettiche attraverso terapie e farmaci epilettici. Nel 20% dei casi in cui la terapia è inefficace, si ricorre a un intervento chirurgico che “spegne” il focolaio cerebrale in cui si origina l’epilessia.

 

L’obiettivo della Giornata mondiale contro l’epilessia è anche quello di aiutare i pazienti epilettici a vivere una vita sociale serena. Chi ha l’epilessia ha serie difficoltà in ambito lavorativo e sociale perché vittima di un pregiudizio secondo il quale l’epilessia sarebbe una malattia mentale contagiosa e chi ne soffre non potrebbe gestire impegni e scadenze e, in sostanza, è ritenuta una persona con disabilità. Fino a poco tempo fa si pensava anche che per le donne epilettiche fosse pericoloso avere una gravidanza, convinzione rivelatasi infondata. Spesso sono gli stessi pazienti epilettici a isolarsi per paura di non saper gestire una crisi epilettica a lavoro o in situazioni sociali.

 

Ciò chiarisce perché per la Società Italiana di Neurologia (SIN) e la Lega italiana Contro l’Epilessia (LICE) è centrale la gestione del percorso assistenziale delle persone con epilessia, dalle indagini diagnostiche di routine o più complesse, alla prescrizione di uno o più farmaci, dall’eventuale terapia neurochirurgica, al supporto psicologico. In Italia, tutte le Regioni dispongono di uno o più “Centri per l’Epilessia” riconosciuti da LICE che ne garantisce la qualità. In questi Centri, un’équipe composta da medici epilettologi, neurochirurghi, neuroradiologi, psicologi, tecnici di neurofisiopatologia, si fa carico della complessità gestionale, caso per caso.
Per maggiori informazioni, visita il sito di SIN e LICE.


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