Nel 2007 le Nazioni Unite hanno deciso di dedicare una giornata all’autismo. Da allora, il 2 aprile di ogni anno in tutto il mondo ricorre la Giornata Mondiale dell’autismo.
Con il termine autismo si fa riferimento a un gruppo di malattie neuro-psichiatriche che è più corretto definire disturbi dello spettro autistico: la stessa patologia si manifesta con forme diverse a seconda dell’origine.
Fino a pochi anni fa, l’autismo era considerata una malattia rara di cui soffrivano 3 persone su 10.000; oggi colpisce 1 bambino ogni 68. Le cause dell’incremento sono probabilmente dovute all’età sempre più avanzata in cui si diventa genitori e a sfavorevoli condizioni ambientali come l’esposizione, durante la gravidanza, a inquinamento chimico e virus. L’elemento che influisce in misura maggiore, però, sembra essere il fattore genetico.
I ricercatori del Campus bio-medico di Roma sono tra i principali protagonisti del progetto “Eu- Aims”, lo studio europeo dei disturbi dello spettro autistico, e i risultati delle analisi svolte finora provano un’incidenza importante della genetica.
Antonio Persico, direttore del Laboratorio di psichiatria molecolare e neurogenetica presso l’Università del Campus romano e tra i coordinatori dello studio, afferma:
“Grazie alle indagini sul Dna compiute con una innovativa tecnica denominata Array-Comparative Genomic Hybridization (CGH), possiamo individuare cancellazioni e duplicazioni del Dna con una precisione cinquecento volte superiore a quella di una tradizionale mappa cromosomica”.
Un risultato che consentirà presto di definire terapie personalizzate e non più generiche. I ricercatori romani non hanno concluso il proprio lavoro ma, al contrario, continuano lo studio dell’autismo per rilevare dati scientifici certi necessari a conoscere la malattia e delineare una cura.
Un team di ricercatori americani ha individuato un esame per la diagnosi dei disturbi autistici: una risonanza magnetica funzionale. Grazie ad alcune tecniche di imaging, gli studiosi americani del Carnegie Mellow University affermano di poter rilevare le aree cerebrali coinvolte nell’interazione sociale. Le stesse aree cerebrali che non sono attive nelle persone autistiche. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista medico-scientifica PlosOne.
Mentre i ricercatori proseguono lo studio della malattia, in tutto il mondo il 2 aprile si svolgono iniziative per diffondere la conoscenza dell’autismo e sostenere la ricerca. Oggi, 2 aprile 2015, i monumenti simbolo delle principali città del mondo saranno illuminati di blu, un messaggio di sostegno per proseguire nella ricerca che illumina la conoscenza dell’autismo.