Gli spazi verdi hanno un’influenza positiva sul benessere di tutti, specie di chi convive con una malattia cronica o sta seguendo un percorso di cura. È un dato di fatto. Ma perché accade e come si può usare al meglio la natura per stare bene? L’esempio dell’healing garden.
Aristotele diceva che il medico cura e la natura guarisce, una massima che riconosce sia il ruolo insostituibile del medico sia il valore che ha la natura nel processo di cura di un paziente. Con il caldo e le belle giornate dell’estate, torna prepotente la voglia di lasciare la città per tuffarsi nei benefici della natura e anche un giardino, progettato ad hoc, si rivela un’ottima risposta al bisogno di benessere sia per chi è stressato sia per chi convive una malattia. Healing garden significa letteralmente giardino che cura, e a differenza dei giardini comuni è progettato in modo da rispondere alle esigenze di diverse tipologie di pazienti se è uno spazio verde cittadino, o alle necessità di determinati tipi di pazienti se si trova all’interno di specifiche strutture sanitarie.
Il verde che aiuta a guarire
Stress, metereopatia, nervosismo: più o meno tutti desideriamo lasciarci alle spalle il caos della città per rifugiarci nella pace della natura e ritrovare la calma, il relax e una rigenerante sensazione di equilibrio interiore. Il verde agisce sulle patologie con la stessa efficacia, aiutando il paziente a ritrovare un rapporto con il modo esterno prezioso per affrontare la malattia con uno spirito nuovo. Per rendere questo possibile, l’healing garden è realizzato da un team di lavoro che comprende professionisti in agronomia, botanica, medici, psicologi, specializzati in modo particolare in psicologia ambientale, un ramo della psicologia pressoché sconosciuto in Italia ma molto presente all’estero. L’healing garden, infatti, è diffuso soprattutto in Inghilterra, dove i giardini realizzati appositamente per sostenere la salute e il benessere delle persone sono presenti in quasi tutti gli spazi esterni delle strutture ospedaliere.
I vantaggi dell’healing garden per specifiche malattie
Il giardino che cura serve sia ai pazienti sia ai loro familiari che al personale medico: tutte queste persone hanno un ruolo diverso ma allo stesso modo importante nella vita di chi convive o affronta dei percorsi di cura.
Per essere curativo, un giardino deve avere determinate caratteristiche anche in base alla tipologia di pazienti che lo frequentano. Un healing garden per i malati di Alzheimer, per esempio, prevede la presenza di numerose aree di sosta nel verde, percorsi circolari con presidi per la deambulazione come i corrimano, oggetti capaci di richiamare alla memoria la giovinezza dei pazienti, come antichi strumenti di lavoro, utensili quotidiani del passato o anche oggetti personali.
Per i pazienti oncologici è necessario progettare un giardino con zone di luce e di ombra per favorire la sosta davanti a un bel paesaggio, piante e aiuole di diversa altezza e natura, acqua in diversi punti del giardino perché è il simbolo della vita che stimola ad avere un approccio combattivo contro la malattia e per la vita, appunto.
Gli healing garden sono anche dei luoghi di socializzazione che aiutano le persone a incontrarsi e conoscersi, come accade tra gli anziani che collaborano con i più giovani nella cura di un orto. L’healing garden, il giardino che cura, si può vivere in modo passivo – godendo della bellezza e del relax della natura – o in modo attivo e partecipato – cura dell’orto, promozione di lavoretti di giardinaggio. In Italia è una timida realtà circoscritta a poche grandi città come per esempio Milano, ma che promette di affermarsi.
Per informazioni e approfondimenti: Healing garden.