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Infertilità maschile: come avviene la diagnosi di azoospermia

Infertilità maschile
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Articolo a cura dell’andrologo e urologo Dott. Andrea Militello.

 

Oggi tutti sappiamo che l’infertilità di coppia è dovuta almeno nel 30% dei casi al fattore maschile. È quindi d’obbligo per l’uomo infertile avere un proprio andrologo di riferimento per poter percorrere insieme un giusto iter diagnostico e, se possibile, terapeutico.

 

Solitamente, l’infertilità maschile è dovuta a gravi forme di oligoastenozoospermia o classiche forme di azoospermia, cioè l’assenza di spermatozoi nel liquido seminale anche dopo un’opportuna centrifugazione. L’azoospermia è presente nel 10-15% dei maschi infertili.

 

Ci sono due forme di azoospermia:

  1. Azoospermia ostruttiva in cui gli spermatozoi sono prodotti dal parenchima testicolare, ma per motivi ostruttivi delle vie seminali non riescono a raggiungere l’eiaculato. Ciò accade in conseguenza di interventi chirurgici delle regioni inguino-scrotali o a seguito di processi stenotici delle vie seminali post infettivi, alcune volte per la presenza di patologie genetiche.
  2. Azoospermia secretiva o non ostruttiva è quella forma in cui la spermatogenesi non è conservata o è andata in un arresto maturativo. In questo caso, gli spermatozoi non sono prodotti dal testicolo e ciò la rende una forma di azoospermia di difficile gestione.

 

La diagnosi di azoospermia richiede innanzitutto una visita andrologica con un’attenta anamnesi che permette di rilevare situazioni professionali o pregresse patologie che possono interferire sulla spermatogenesi. La visita prosegue con un’attenta valutazione del volume testicolare, degli epididimi e con l’esplorazione dei dotti deferenti. È indispensabile una valutazione ecografica dei testicoli, un ecocolordoppler dei vasi spermatici per evidenziare l’eventuale presenza di varicocele che sappiamo essere una delle cause di alterata spermatogenesi. È inoltre necessario eseguire un’ecografia con sonda transrettale per lo studio delle vescicole seminali e dei dotti deferenti.

 

Un ulteriore passo diagnostico è l’esecuzione di test ormonali. FSH, LH, testosterone,  inibina B, e prolattina possono evidenziare delle forme di insufficienza testicolare primitiva – quando il testicolo non produce spermatozoi – o di forme di insufficienza testicolare secondaria – se il testicolo è in grado di produrre spermatozoi ma non viene adeguatamente stimolato dalle gonadotropina ipofisaria. FSH elevati e inibinaB  bassa, per esempio, spesso sono segnale ormonale di un’azoospermia di tipo secretivo.

 

Un altro step diagnostico fondamentale nelle forme di azoospermia, specialmente non ostruttiva, è l’esecuzione di esami genetici. Devono essere richiesti il caritativo e i test genetici quali le Microdelezioni del braccio corto del cromosoma Y e lo studio delle mutazioni del gene CFTR.

 

Concluso il percorso diagnostico, sarà obbligo dell’andrologo inviare il paziente presso un centro di PMA o di microchirurgia per prelevare gli spermatozoi eventualmente presenti a livello dei tubuli seminiferi del testicolo o dell’epididimo.

 

Sono tantissime le tecniche adottate oggigiorno per il recupero di spermatozoi. Attualmente, nelle forme di azoospermia non ostruttiva, la tecnica che sta avendo migliori risultati è la micro tese.

 

Per maggiori informazioni e approfondimenti:


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