In vista della festa del papà parliamo della salute dell’uomo e, in particolare, dell’infertilità maschile.
È risaputo quanto l’uomo sia poco attento alla propria salute a tal punto da rivolgersi al medico solo in caso di estrema necessità. Questo atteggiamento, forse derivante dall’errata convinzione che ammettere un problema di salute equivale a sminuire la mascolinità, si traduce in una scarsa prevenzione delle malattie maschili.
Eppure, la corretta prevenzione andrologica in alcuni casi potrebbe servire a evitare l’infertilità maschile, come spiega nel suo articolo l’urologo Dott. Attilio Meazza.
Quali sono le patologie più frequenti nell’uomo
La salute dell’uomo è minata da patologie che, se trascurate, possono evolvere in disturbi più importanti. Ricordiamo il varicocele, la dilatazione delle vene del testicolo, una condizione famigliare ma non ereditaria: non c’è la certezza ma l’alta probabilità che si manifesti se ci sono consanguinei con varici, emorroidi o altri disturbi del sistema venoso.
A questo si aggiunge l’idrocele che si manifesta quando il liquido linfatico è all’interno della sottile membrana che avvolge il testicolo. Nell’arco di qualche mese o di pochi anni, se trascurato l’idrocele provoca un progressivo aumento del volume dello scroto.
Ci sono inoltre alcuni difetti fisiologici che predispongono all’infertilità maschile: la torsione del testicolo completa o incompleta su se stesso dovuta a un’anomalia del sistema che lo tiene fisso, e il criptorchidismo, l’assenza del testicolo nella borsa scrotale determinata da cause congenite o fattori meccanici ed endocrini.
Ricordiamo anche l’HPV, la presenza del papilloma virus nell’uomo da cui è possibile proteggersi anche con l’apposito vaccino.
Come proteggere la capacità riproduttiva dell’uomo
Prima di rispondere, chiariamo in sintesi la differenza tra sterilità e infertilità: la sterilità è data da un’oggettiva incapacità di procreare a causa di malattie o anomalie come l’assenza di spermatozoi e i disturbi dell’ovulazione; l’infertilità è una ridotta capacità di procreare per cause relative, per esempio, alla quantità e qualità degli spermatozoi o a cause ovariche, uterine e ormonali.
Tra le cause di infertilità maschile si annoverano numerose componenti chimiche presenti in oggetti e prodotti di uso quotidiano. La bassa natalità nel mondo occidentale è un dato acclarato da anni e, per evidenziarne la ragione fisiologica, da decenni gli scienziati cercano di diffondere i risultati di studi condotti in tutto il mondo: sono diminuiti i marker della mascolinità. In sintesi, il livello di testosterone di un uomo di 60 anni è più basso di quello si suo padre alla stessa età. Inoltre, la lunghezza del pene è diminuita di 1cm.
I fattori che determinano le difficoltà riproduttive dell’uomo sono tanti, ma a prevalere sarebbero componenti chimiche contenute nelle creme, nei prodotti per conservare o cuocere il cibo, nei coloranti dei tessuti e in così tanti altri oggetti di uso quotidiano che sarebbe difficile evitarli pur volendo.
A tal proposito, le difficoltà sono due: il mix e l’accumulo di sostanze chimiche pericolose per la fertilità dell’uomo, e l’assenza di un elenco definitivo degli agenti incriminati, il che si traduce in una mancata o diversa regolarizzazione a riguardo tra i paesi dell’Occidente.
Stando così le cose, in assenza di malattie e limitazioni oggettive e irreversibili, per prevenire l’infertilità maschile è basilare che l’uomo cambi atteggiamento e cominci a essere attento alla propria salute. I check up per l’uomo possono aiutare a monitorare molteplici parametri della condizione fisica, ma si tratta di una serie di analisi standard e si corre il rischio di eseguire esami inutili perché poco o affatto adatti alle personali esigenze. Il modo migliore di agire è affidarsi al proprio medico di fiducia che può prescrivere esami e controlli in base alla specifica storia clinica del paziente.