Il citomegalovirus (CMV) appartiene alla famiglia degli herpes virus in cui troviamo anche i responsabili di malattie e disturbi molto comuni come la varicella, il fuoco di Sant’Antonio, l’herpes labiale e vaginale. Il 60-90% della popolazione mondiale è entrata in contatto con il virus che, per tale diffusione, è detto ubiquitario.
Una volta contratto, il CMV resta latente nell’organismo per manifestarsi in condizione di immunodepressione, quando il sistema immunitario è troppo debole per difendersi.
Come avviene il contagio
Il citomegalovirus è presente solo nella specie umana e il contagio avviene per via diretta – sangue, saliva, fluidi corporei – o indiretta – condivisione di posate e bicchieri, contatto con oggetti sporchi di saliva e altri liquidi corporei, trapianto di organi infetti e trasfusioni di sangue contaminato.
La trasmissione più frequente avviene tra i bambini o tra gli adulti che sono spesso a contatto con loro perché i bambini hanno l’abitudine di mettere gli oggetti in bocca e per un adulto è facile entrare in contatto con escrementi infantili cambiando il pannolino. Inoltre, già nella forma fetale i bambini sono esposti al rischio d’infezione da trasmissione primaria o secondaria, a seconda se la donna contrae il CMV per la prima volta durante la gravidanza o se il virus era già presente in modo latente e si manifesta nella gestazione, periodo in cui le difese femminili sono concentrate a proteggere il feto.
Quello del citomegalovirus in gravidanza è un tema articolato a cui dedicheremo un articolo. Per adesso ci basta dire che, in ambito medico, la trasmissione del CMV da madre a feto è tra le infezioni più preoccupanti per le conseguenze permanenti che può avere sul bambino: cecità, sordità, deficit mentali. Nei casi meno gravi, il neonato può manifestare alcuni disturbi temporanei come ittero, convulsioni, problemi a milza, pancreas o polmoni, o presentare sintomi del citomegalovirus latente a distanza di mesi o anni.
Con quali sintomi si manifesta il citomegalovirus
L’infezione da CMV è asintomatica. Il virus s’insinua in modo tanto subdolo da passare inosservato fino a che una condizione di immunodepressione ne manifesta la presenza, e ciò può avvenire anche a distanza di anni dal contagio. In tal caso, i sintomi del citomegalovirus sono comuni a numerosi altri disturbi e per questo non immediatamente associabili al virus: febbre, stanchezza, malessere diffuso, mal di gola, linfonodi ingrossati.
Per accertare la natura di questi disturbi, il medico può prescrivere il test che rileva la concentrazione di anticorpi IgM anti-CMV – prodotti entro una settimana dall’infezione e in risposta a essa – e di IgG anti-CMV prodotti dall’organismo dopo alcune settimane dall’infezione e forniscono una protezione dall’infezione primaria.
In un soggetto sano, i disturbi causati dal citomegalovirus si placano dopo un breve periodo per poi ripresentarsi in una successiva occasione di debolezza, esattamente come avviene con l’herpes labiale. In una persona immunodepressa – per esempio con AIDS, che segue emodialisi o ha subito un trapianto d’organi – l’infezione da citomegalovirus può essere così pericolosa da danneggiare polmone, fegato, pancreas, sistema nervoso centrale e, nei casi più gravi, portare al decesso.
Prevenire e curare il citomegalovirus
A oggi non esiste un vaccino per prevenire il citomegalovirus ma si possono seguire buone norme d’igiene per prevenire l’infezione: lavare le mani prima di cucinare e mangiare; curare l’igiene personale lavando spesso le mani con acqua e sapone per 20 secondi, specialmente dopo essere entrate in contatto con muco nasale, saliva e pipì di un bambino piccolo; disinfettare le superfici contaminate dai fluidi corporei dei bambini piccoli; evitare di baciare i bambini sulle labbra e di toccare gli oggetti che mettono in bocca; sottrarsi alla condivisione di alimenti, bevande e stoviglie.
A oggi mancano metodi efficaci e sicuri per il trattamento dell’infezione da citomegalovirus in gravidanza, mentre per le persone in buono stato di salute in cui si manifesta il CMV non è necessario seguire una terapia. Diverso è il caso di soggetti immunodepressi con infezione da citomegalovirus i quali hanno bisogno di specifici farmaci antivirali da assumere per via orale o endovenosa, secondo la valutazione del medico.
Fonti e approfondimento: www.analisidelsangue.net, www.epicentro.iss.it.