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Influenza 2015: il picco nei bambini

Influenza bambino
Influenza bambino - Fotolia






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Siamo nel cuore dell’inverno, il periodo più vulnerabile per i virus che causano i tipici malanni di stagione. L’ondata di influenza invernale 2014/2015 sta interessando in modo particolare i bambini in età pediatrica, e fa registrare casi anche gravi in alcune regioni del nord come il Veneto.

 

Secondo i dati divulgati dall’Istituto superiore di sanità, tra il 12 e il 18 gennaio ci sono stati 519mila casi di influenza per un totale, dall’inizio della sorveglianza, di circa 1,9 milioni di italiani colpiti. Tra i bambini si è registrato il maggior numero di casi: tra 0 e 4 anni l’incidenza è balzata a 22,95 casi per mille assistiti (contro i 10,47 della settimana precedente) mentre tra i 5 e i 14 anni è arrivata a 13,15 (erano 6,69 la settimana prima).
Sono numeri destinati a salire, ma una soluzione c’è: il vaccino antinfluenzale. Quest’anno si è vaccinato circa il 30% in meno di italiani e questo ha contribuito a intensificare i casi di influenza, ma non si tratta dell’unica causa.

 

Nuovo virus dell’influenza

 

C’è un dato interessante che spiega l’ondata influenzale di questi giorni: alcune delle persone che si sono vaccinate hanno l’influenza. Perché? Come abbiamo spiegato in un precedente articolo dedicato all’influenza 2014/2015, i virus responsabili della malattia si modificano di anno in anno, rendendo ogni volta non abbastanza efficaci le misure preventive per contrastarli. Il vaccino di quest’anno prevede la copertura contro i tre diversi ceppi virali del virus responsabile della cosiddetta influenza americana:

 

A/California/7/2009 (H1N1)
A/Victoria/361/2011 (H3N2); A/Texas/50/2012 (H3N2)
B/Massachusetts/2/2012.

 

Mentre resta stabile la presenza del virus dell’influenza detta impropriamente suina (H1N1), la responsabilità del picco influenzale nei bambini soprattutto, sembrerebbe essere di alcune varianti del virus A/H3N2, varianti diverse da quelle contenute nel vaccino. È una situazione presente in USA e nei paesi del Nord Europa oltre che in Italia.
Nonostante ci siano stati casi gravi, il consiglio dei microbiologi dell’Amcli è di non cedere all’allarmismo che provoca panico difficile da gestire. Al contrario, bisogna continuare a osservare tutte le precauzioni contro il contagio del virus influenzale, in modo particolare:

 

1. lavare le mani spesso e sempre dopo aver starnutito
2. usare il fazzoletto usa e getta per soffiare il naso evitando la dispersione di micro goccioline di muco e saliva nell’ambiente
3. bere molta acqua che aiuta a mantenere la giusta idratazione indispensabile per rendere efficaci i sistemi di protezione dell’organismo.

 

Infine, se la febbre raggiunge temperature molto alte (oltre i 38°) o se per giorni si hanno sintomi influenzali senza febbre, è necessario rivolgersi al medico di famiglia e al pediatra.

 

Fonti e approfondimento: Il Sole 24 ore, Istituto superiore della sanità.


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