Con l’arrivo dell’inverno aumenta il rischio di ipotermia. La normale temperatura corporea di 37°C assicura all’organismo lo svolgimento di tutte le funzioni vitali, al contrario, quando i gradi scendono aumentano i rischi per la salute. L’ipotermia è un abbassamento della temperatura corporea al di sotto dei 35°C, una condizione pericolosa perché pregiudica la funzionalità del cuore che, non riuscendo a irrorare sangue a tutte le parti del corpo, può compromettere le attività cerebrali.
Fattori di rischio dell’ipotermia e prevenzione
Ci sono due fattori che predispongono all’ipotermia: l’età e le malattie. Il sistema di termoregolazione si perfeziona nel corso degli anni, per questo l’organismo di neonati e bambini non è capace di rispondere in tempi brevi e con efficienza a una maggiore richiesta di calore. Per evitare l’ipotermia è necessario far dormire i bambini in un ambiente caldo tra i 18° e i 21° – come consiglia il Ministero della salute – ben coperti e allontanando dal viso dei neonati cuscini e coperte che potrebbero ostacolare la respirazione.
Come i più piccoli, anche gli anziani faticano a mantenere costante la temperatura corporea sui 37° a causa di un metabolismo lento e della scarsa attività fisica. A ciò, si aggiungono altri elementi, come l’alimentazione sbagliata, l’abbigliamento inadeguato e la permanenza in case o ambienti umidi e freddi.
L’ipotermia è conseguenza di alcune malattie o condizioni preesistenti che possono alterare gli organi e i processi coinvolti nella termoregolazione. Tra le patologie coinvolte segnaliamo: ictus e tumori cerebrali, traumi cerebrali, morbo di Parkinson, sindrome di Wernicke, sindrome di Shapiro, lesioni del midollo spinale, ipoglicemia, insufficienza tiroidea, ipofisaria e delle ghiandole surrenali, intossicazioni. A queste, si associano anche cattive abitudini come abuso di alcol e droga.
Qualunque sia l’età e la propria condizione di salute, per prevenire l’ipotermia basta seguire poche regole di buon senso: indossare abiti caldi, evitare situazioni di pericolo come la vicinanza all’acqua fredda in cui si potrebbe cadere, mangiare alimenti calorici e caldi per aiutare il corpo a scaldarsi.
I sintomi dell’ipotermia e cosa fare per intervenire
L’ipotermia è brusca solo se ci si tuffa nell’acqua fredda o si viene sorpresi da un acquazzone con addosso abiti molto leggeri. In altri casi, il calo della temperatura corporea è graduale, dunque si può agire in tempo per riconoscere i sintomi dell’ipotermia e intervenire.
Rossore localizzato sulle parti esposte del corpo, affaticamento, spossatezza e confusione mentale sono gli indizi con cui si manifesta l’ipotermia. In presenza di tali condizioni, si devono togliere gli eventuali vestiti bagnati, coprire con indumenti caldi petto, collo, testa e basso ventre, se non c’è nulla a disposizione si può scaldare la persona in difficoltà con il calore del proprio corpo. Le bevande calde possono essere utili per aumentare la temperatura, ma sono vietate quelle alcoliche, non far bere il paziente se ha perso i sensi. Dopo i primi soccorsi, è bene portare in pronto soccorso la persona in ipotermia o fare arrivare i soccorsi il prima possibile.
In inverno può accadere di fare lunghi viaggi anche quando fa molto freddo, per esempio durante le vacanze di Natale, ed è sempre meglio prevenire situazioni di disagio in strada piuttosto che intervenire per problemi legati alle temperature. Alcuni consigli di buon senso sono: tenere in auto a portata di mano una coperta, portare con sé un termos con una bevanda calda, in caso di blocco coprire totalmente e immediatamente i bambini a bordo e se stessi, muovere gambe e braccia il più possibile per favorire la circolazione sanguigna e cercare di restare ben svegli per scongiurare l’ipotermia o il congelamento.
Ipotermia terapeutica
Sembra strano a dirsi, ma il calo della temperatura corporea al di sotto dei 35°C in certi casi è salutare: si chiama ipotermia terapeutica ed è un abbassamento del calore del corpo indotto da personale medico in particolari condizioni cliniche. Per esempio, si ricorre all’ipotermia terapeutica in caso di arresto cardio circolatorio e per ridurre i rischi di lesioni ischemiche causate da insufficiente afflusso ematico conseguente a un arresto cardiaco od ostruzione di un’arteria da parte di un embolo nel caso di ictus. L’ipotermia medicalmente indotta a valori di 32/34°C per un periodo di circa 24 ore rallenta il metabolismo e riduce fabbisogno di ossigeno richiesto dal corpo aiutandolo a sopravvivere.
Fonti e approfondimenti: www.aniarti.it, www.msd-italia.it, www.scienzaesalute.blogosfere.it