Un recente rapporto dell’Aifa – Agenzia italiana del Farmaco – ha evidenziato che gli italiani assumono almeno una medicina al giorno spesso senza averne bisogno. È un sintomo di ipocondria.
Nell’ultimo anno, ogni italiano è andato dal medico di base circa 8 volte, ha assunto almeno un farmaco al giorno e ha preso l’antibiotico il 3,5% di volte in più rispetto all’anno precedente. È quanto dichiarano l’Aifa e i dati Istat: l’Italia è un paese di ipocondriaci. Ma cos’è l’ipocondria e quali i suoi rischi?
Ipocondria, paura di stare male
Letteralmente, ipocondria significa sotto lo sterno [dal greco hypo, sotto, e chondros, sterno], e se per gli antichi greci era quella la sede del malessere responsabile della malinconia, per noi oggi essere ipocondriaco vuol dire temere la malattia o, meglio, avere paura di essere malati.
La persona ipocondriaca vive in un perenne stato di allarme perché percepisce la netta sensazione di avere i sintomi di un qualche male anche quando il medico e i referti oggettivi dimostrano il contrario.
L’ipocondria è una complessa patologia psicologica con alcune manifestazioni riconducibili all’ansia e, come quest’ultima, compromette l’autostima, le relazioni sociali e la resa professionale. Chi soffre di ipocondria considera l’assenza di malattia come sintomo stesso di un disturbo latente, una contraddizione che costringe la persona a rivolgersi compulsivamente al medico, considerare una semplice tosse il preavviso di un male grave e lasciarsi suggestionare dalla malattia di un’altra persona che, per riflesso, vive come propria.
Rischi dell’ipocondria
Le conseguenze dirette del vivere con la convinzione di essere malati sono due: richiamare l’attenzione degli altri su se stessi e assumere troppi medicinali quando non ce n’è bisogno.
Da una parte, la necessità di avere attenzioni può arrivare a compromettere le relazioni affettive e sociali fino a portare l’ipocondriaco alla depressione; dall’altra, assumere farmaci inutili è un rischio serio e concreto per la salute.
Ogni farmaco – prescritto, da banco, generico o di brand che sia – ha proprie modalità di assunzione, indicazioni terapeutiche e controindicazioni. Sono tutte informazioni scritte sul bugiardino, il foglietto illustrativo che tutti i medicinali (eccetto i prodotti omeopatici) devono avere per legge.
Un ulteriore fattore di pericolo è determinato dall’interazione di più medicinali che amplifica la possibilità di scatenare serie reazioni indesiderate. La situazione si aggrava se pensiamo che, più di altri, gli anziani assumono troppi farmaci anche quando non servono.
Ricordiamo che per proteggere la propria salute il fai da te è dannoso:i farmaci curano e sono utili solo se somministrati secondo le indicazioni del medico.
Per richiedere un parere medico, contatta lo Psicoterapeuta a Milano Dott. Alberto Antonio Borromeo.
Per info e approfondimenti: ipsico.it, Agenzia del farmaco, dati Istat.