La liquirizia è amata da grandi e bambini per il suo sapore dolce, specie se è caramellata. Eppure è molto più di una semplice leccornia: accanto alla sua azione antivirale, lassativa, antinfiammatoria e gastroprotettiva, sin dall’antichità la liquirizia è nota anche come rimedio contro i cali di pressione.
Il principio attivo della liquirizia è la glicirrizina, una molecola zuccherina dal potere dolcificante superiore 50-100 volte a quello del saccarosio, e capace di influenzare fortemente l’equilibrio della pressione arteriosa.
La glicirrizina, infatti, è un vasocostrittore che provoca ritenzione idrica, perdita di potassio e aumento di aldosterone, l’ormone indispensabile per la pressione arteriosa. Per questo la liquirizia è considerata un farmaco naturale contro la pressione bassa, adatta soprattutto a chi ha cali di pressione.
Per lo stesso motivo, la liquirizia è sconsigliata – o vietata – a chi ha problemi di ipertensione arteriosa, perché gli ipertesi hanno un alto livello di aldosterone che la liquirizia andrebbe a incrementare.
Il divieto vale anche per chi ha problemi di insufficienza renale, patologie cardiache, ipopotassemia e scompensi idroelettrolitici del corpo.
Se vi piace mangiare la liquirizia fate attenzione: tenetene sempre un po’ a portata di mano contro la pressione bassa, ma senza esagerare.