La notte degli Oscar 2015 ha riservato un ambito riconoscimento ai migliori film che ci hanno accompagnato nei mesi scorsi e, in modo particolare, a due lungometraggi focalizzati sulla malattia: Still Alice e La teoria del tutto.
Una risata per combattere l’Alzheimer
Still Alice è il dramma incentrato sulla storia di Alice, una donna di quasi 50 anni che scopre di avere l’Alzheimer precoce.
Il successo del film ha dato l’ambita statuetta dorata all’attrice protagonista Julianne Moore, ma soprattutto ha portato alla ribalta l’urgenza dell’Alzheimer. Ogni dieci minuti un italiano si ammala di demenza senile e si stima che oltre 3 milioni di persone nei prossimi anni avranno bisogno di cure e assistenza ininterrotte. La preoccupante diffusione dell’Alzheimer rischia di rendere la malattia “normale”, tanto che il dibattito sembra di tanto in tanto assopirsi. Per fortuna non è così: la ricerca medico-scientifica continua i suoi studi per trovare una prevenzione e una cura efficace della malattia ma, oltre al prima e al dopo, è necessario imparare anche a gestire l’Alzheimer durante le sue manifestazioni, dai primi sintomi alla cronicizzazione della patologia.
Yoga della risata per distendere la tensione
In tal senso sono incoraggianti i risultati dell’Happy fitness, il corso avviato dallo psicologo Terenzio Traisci e inserito nel percorso di ingegneria della risata da lui ideato. Grazie ad alcuni esercizi di respirazione, si stimola e facilita l’imitazione di movimenti specifici che portano il corpo a ridere in modo naturale, sia per le persone affette da Alzheimer e Parkinson che per le loro famiglie.
L’esperienza conferma le evidenze scientifiche provate da recenti studi universitari di Harvard e della Sorbona: esercitarsi a ridere per almeno 10 minuti al giorno abbassi i livelli di tensione e influenza positivamente la relazione medico-paziente-famigliare. L’atto motorio della risata infatti porta ad una respirazione più intensa che aumenta l’ossigenazione del corpo, stimolando il rilascio di endorfine (anti dolorifici naturali) e di ossitocina (l’ormone della fiducia) e riattivando il sistema immunitario.
Still Alice e il cosiddetto yoga della risata trasmettono un messaggio positivo: la grinta di Alice contro la malattia è uno stimolo a non arrendersi, impegnarsi a ridere bene per soli 10 minuti al giorno aiuta ad alleggerire il peso dell’Alzheimer.
Eccellere, nonostante la malattia
Il secondo film vincitore del premio Oscar 2015 è La teoria del tutto, tratto dalla biografia del celebre fisico, astrofisico e cosmologo inglese Stephen Hawking.
Oltre alle doti artistiche del giovane attore protagonista Eddie Redmayne, il film ha il merito di aver fatto luce sulla malattia di Hawking, l’atrofia muscolare progressiva. È il nome collettivo dato a un gruppo di malattie caratterizzate dalla degenerazione progressiva delle cellule delle corna anteriori del midollo spinale, un processo che comporta la deformazione dei nervi e l’atrofia dei muscoli da essi innervati.
A differenza di quanto è finora possibile per l’Alzheimer, per l’atrofia muscolare progressiva non ci sono cure perché è una malattia genetica e ad oggi incurabile. Esercizio fisico, fisioterapia e una dieta oculata possono però aiutare il paziente a lenire i dolori e a trarre giovamento.
Malattie al cinema
Non è la prima volta che sul grande schermo arrivano storie di persone malate e sofferenti, ma il fatto che quest’anno ne siano state premiate due con l’Oscar forse è il segnale di una maggiore sensibilizzazione, in particolare al tema dell’Alzheimer e dell’atrofia muscolare progressiva, e in generale alla malattia.