Oggi ospitiamo sul nostro blog un post dedicato alla parodontite, più nota come piorrea, scritto dai medici della Clinica del sorriso di Torreglia (PD).
La parola piorrea significa letteralmente gemizio di pus: pios = pus, rea = che scorre. Infatti, quando la malattia è conclamata, premendo la gengiva con un dito è possibile vedere un gemizio di pus dal margine gengivale.
Come si forma la piorrea.Le gengive funzionano come una vera e propria guarnizione meccanica attorno ai denti, e impediscono a parassiti e microrganismi di entrare nel corpo. Fanno parte di questa barriera anche difese chimiche, immunitarie e batteriche, per esempio i saprofiti che vivono nella bocca.
La gengiva è un organo complesso che, come tutti gli altri tessuti, può ammalarsi: le difese immunitarie si riducono durante le infezioni, e le difese meccaniche cedono se si spinge uno stuzzicadenti in profondità.
La fragilità gengivale dipende molto dalla familiarità, ma l’integrità delle gengive viene messa a dura prova anche dalle nostre abitudini alimentari e igieniche.
Alimenti raffinati, dolci, cibi morbidi, carenza di vegetali, poche spazzolature dopo ogni pasto e il fumo, sono tutti elementi sufficienti ad alterare l’equilibrio delle gengive. Quando la guarnizione cede, il cibo, i detriti alimentari, il tartaro e i batteri si insinuano tra gengiva e dente causando la piorrea, la malattia che in Italia colpisce almeno 10 milioni di persone.
La parodontite provoca la perdita progressiva di tutti i denti, costringendo le persone a ricorrere alle protesi. L’evoluzione della malattia è insidiosa perché è asintomatica, così non ci si accorge dell’infiammazione in corso.
La piorrea si sviluppa e aggrava nell’arco di molti anni, non meno di 20 nella sua forma classica. Durante questo periodo, sarebbe opportuno intercettare la malattia per curarla prima che diventi irreversibile.
I sintomi della parodontite sono essenzialmente due: il sanguinamento gengivale, anche occasionale, e l’alitosi.
La malattia passa attraverso diversi stadi: da quelli di totale reversibilità e da cui si può guarire, a quelli in cui si può guarire con qualche inconveniente, come il ritiro della gengiva e la perdita localizzata di osso, fino agli stadi più avanzati in cui la malattia diventa mutilante.
Curare la piorrea può essere semplice e veloce, ma ogni situazione richiede un trattamento specifico e mirato. Se è vero che la malattia si sviluppa nell’arco di molti anni, la terapia richiede non più di sei mesi di cure. Per i casi più gravi, abbiamo sviluppato una tecnologia che permette di salvare anche i denti che già cominciano a muoversi, quelli che solitamente vengono estratti. Se si verifica la situazione per cui i denti iniziano a vacillare, il trattamento consiste nel “legare” tra loro i denti adiacenti in modo che solidarizzino. Questo intervento riesce a salvaguardare per anni la dentatura naturale e a posticipare l’uso della protesi.
Evitarla, però, è meglio. La cosa più semplice da fare è prevenire la piorrea seguendo questo decalogo:
1. preferire i cibi salati a quelli dolci;
2. lavare i denti immediatamente dopo i pasti;
3. usare uno spazzolino con setole morbide a testa piccola, per arrivare anche in fondo alla bocca;
4. lavare i denti dal rosa al bianco: gengiva-dente;
5. spazzolare solo in senso verticale e mai orizzontale;
6. spazzolare i denti per almeno due minuti ogni volta;
7. pulire sempre bene anche la lingua e le guance;
8. cambiare lo spazzolino ogni due mesi;
9. fare una visita di controllo dal dentista ogni sei mesi o più spesso, se prescritto;
10. non fumare.
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