Le app hanno rivoluzionato la nostra vita e migliorato la salute di tutti: ci sono applicazioni per monitorare l’andamento di cure somministrate per determinate malattie e altre per guarire giocando. Ma cosa può accadere quando un’app di gioco fa così parte della vita quotidiana da diventare una mania ossessiva? È il dubbio che nasce osservando il successo dell’app Pokémon Go che sfrutta due elementi di grande attrattiva: la realtà aumentata e lo smartphone.
Pokémon Go: se la cattura dei Pikachu diventa ossessione e mania
Se la realtà aumentata irrompe nella vera realtà, cade l’elemento virtuale e diventa parte della vita quotidiana. Da qui si possono generare i rischi per l’ordine pubblico e la salute psichica. In Italia, a New York e in altre parti del mondo si è assistito a blocchi consistenti del traffico e delle normali attività cittadine per giocatori che hanno interrotto il proprio lavoro, la guida o qualsiasi altro impegno per catturare i Pikachu. Questo comportamento è il riflesso di un malessere interiore che può sfociare in un malessere psichico.
Pokémon Go è solo un’app, uno strumento, che di per sé non è pericoloso ma lo diventa per le persone che hanno problematiche – accennate o espresse – come disturbi dell’umore, ansia sociale, depressione.
Giocare con gli altri è uno stimolo per migliorare se stessi, ma giocare da soli accanendosi con il proprio smartphone per dare la caccia a esserini irreali rappresenta un pericolo di ulteriore isolamento. La realtà virtuale sostituisce il vuoto della realtà reale e acquista uno spessore sempre più importante: giocare a Pokémon Go è l’occupazione principale della giornata.
Pokémon Go non crea le fragilità psichiche ma le amplifica in chi ne soffriva già prima di giocare. Come evitare il rischio?
Come evitare la Pokémon mania
Pokémon Go è un gioco individuale che può esasperare le fragilità emotiva di una persona: una possibile soluzione è creare un’alleanza. Per esempio, un genitore preoccupato per il figlio assorbito dalla caccia ai Pikachu può proporsi come alleato al gioco, un pretesto per creare vicinanza e complicità. Vien da sé che il rischio di ossessione verso i Pokémon si evita solo se si instaura un rapporto di dialogo che vada oltre alla complicità del gioco.
Il discorso può essere più complesso se i giocatori ossessionati dall’app Pokémon Go siano over 30. In tal caso lasciarsi assorbire da un gioco di realtà aumentata è il sintomo di voglia di fuggire dalla vita vera, dalla routine vuota e dall’insoddisfazione.
Le app, gli smartphone e tanto altro sono solo strumenti, è il modo di usarli a mostrare qualcosa degli altri e di noi stessi.