Il Premio Nobel per la medicina 2015 è stato assegnato a tre ricercatori: due per importanti scoperte sulle infezioni causate dai parassiti e uno per la ricerca che ha permesso la definizione di terapie anti malaria.
Sono tre ricercatori le personalità insignite del Premio Nobel per la Medicina 2015: l’irlandese William C. Campbell, il giapponese Satoshi Ōmura e la cinese Youyou Tu. I tre studiosi hanno dato un fondamentale apporto alla ricerca per la cura di malattie che hanno decimato milioni di persone e interessano in modo particolare paesi molto poveri, come l’Africa sub sahariana, l’Asia del Sud e il Centro e Sud America.
Cure antiparassitarie e anti malaria
L’incessante lavoro di ricerca condotto da William C. Campbell e Satoshi Ōmura ha permesso di sintetizzare l’avermectina, un composto chimico capace di contrastare l’azione dei nematodi, vermi di forma cilindrica responsabili di malattie parassitarie come la cecità fluviale od oncocercosi e la filariasi linfatica.
La ricercatrice cinese Youyou Tu è stata a capo di un gruppo di ricercatori che, a partire dagli anni ’60, ha affinato gli studi della medicina tradizionale cinese fino a isolare i principi benefici della pianta artemisia. Da qui è nata l’artemisinina, il principio attivo alla base dei farmaci tra i più usati nel mondo per la cura della malaria: i medicinali con artemisinina annientano i parassiti responsabili della malaria quando sono al primo stadio dell’evoluzione bloccando sul nascere lo sviluppo della malattia. Questa scoperta, insieme ad altre, ha contribuito a ridurre del 60% in 15 anni le vittime di malaria, salvando la vita a 6,2 milioni di persone nel mondo.
Un riconoscimento per le cure alle popolazioni povere
Il Premio Nobel per la Medicina 2015 ha una valenza umana oltre che scientifica: è stato riconosciuto il sensibile cambiamento che le cure antiparassitarie e antimalariche hanno avuto sulla vita di milioni di persone appartenenti alla popolazioni più povere.
Le ricerche di William C. Campbell, Satoshi Ōmura e Youyou Tu, hanno avuto un impatto rivoluzionario sulla vita dei popoli storicamente abbandonati a se stessi e alle malattie mortali: le cure possibili grazie all’avermectina e all’artemisinina hanno salvato loro la vita.